Come sempre, le cose sono andate in tutt’altro modo. La reciproca convivenza, anche se in un primo tempo forzata, non solo ha finito per diventare del tutto naturale ma ha portato nel corso del tempo a una evoluzione della specie. Il cinema, in particolare, durante la sua personale lunga marcia si è aperto la strada in territori incogniti, attraversando i quali si è trasformato in qualcosa di completamente diverso da ciò che un tempo è stato. Non ha molto senso domandarci se tutto questo sia un bene o un male. Del resto, nel corso della sua ancora breve storia, questo mezzo espressivo che ha saputo dare voce al XX secolo come forse nessun altro ha mostrato che il principio della metamorfosi lo caratterizzava in profondità: mai come nel suo caso raffinamento del linguaggio artistico ed evoluzione tecnologica sono andate di pari passo.
In questo book si prova dunque ad articolare alcuni discorsi riguardo a tutto ciò. Nulla di esaustivo, ci mancherebbe: soltanto una nuova occasione di confronto tra collaboratori che avevano alcune cose da dire in proposito, non la prima e certamente non l’ultima. E manco a dirlo, in questa estate così avara di uscite in sala, proprio sullo stesso numero trovano spazio due film esemplari degli opposti così delineati: L’estate di Giacomo che riceve tutta la sua forza da un’idea di pratica cinematografica occhieggiante addirittura alle origini, e Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno, che – piaccia o meno – delle forme odierne del cinema-narrazione-spettacolo è a tutti gli effetti rappresentante. Opportune coincidenze.