CINEFORUM / 537

Punto estivo

Come d’abitudine l’estate in Italia è, cinematograficamente, un Paese a offerta limitata e pilotata in base a considerazioni distributive imperscrutabili, rispondenti a logiche “di mercato” che privilegiano la sedimentazione di pregiudizi e pigrizie grazie a cui è quasi impossibile che la situazione possa cambiare. Caratteristica della distribuzione nostrana che fa simpaticamente il paio con il rifiuto di dare respiro serio alla circuitazione dei film in lingua originale con sottotitoli da affiancare a quella “ufficiale” doppiata: con il risultato di mantenere gli spettatori italiani in una sorta di comunità chiusa, di ecosistema protetto artificialmente da influenze esterne dannosissime in quanto portatrici di almeno due pericolose patologie: l’ampliamento della libertà di scelta, la soddisfazione di vedere su grande schermo film nella loro interezza.
Nel panorama asfittico d’agosto è in certo qual modo normale che possa essere un film di seconda fila a brillare e dare spunto per qualche considerazione più generale: è il caso di Anarchia – La notte del giudizio, B-movie apertamente “di genere” che ha pure avuto sorprendente fortuna al box office d’agosto, che ci permette di dire qualcosa su cinema e distopia nelle recenti produzioni hollywoodiane. Si accompagna a questa digressione su una tendenza indubbiamente ricorrente nella attuale sf un’analisi della serie televisiva Top of the Lake. Le incursioni di registi provenienti dal cinema anche d’autore nel territorio della narrazione tv sono sempre più frequenti e da tenere d’occhio: questa occasione, in particolare, permette anche una proposta di lettura dello “sguardo” di Jane Campion un po’ inconsueta…
Buona parte di questo numero di «Cineforum» è infine occupata dalla prima parte di un book motivato dal centenario dell’inizio del Primo conflitto mondiale. «Cinema in trincea» si occuperà di alcune questioni più generali o, più direttamente, di film, per tracciare un’analisi complessivamente attinente alle modalità della rappresentazione di quello scontro nel corso del Novecento ma anche oggi – sia al cinema che in tv. Per quanto riguarda questa prima parte, vogliamo ringraziare particolarmente Giuseppe Ghigi che ci ha offerto un ampio saggio dedicato ai “documentari” di guerra veri o piuttosto presunti realizzati negli anni dello conflitto; saggio che è una sintesi di alcuni temi presenti nel suo libro Le ceneri del passato. Il cinema racconta la Grande Guerra (Ed. Rubettino) uscito in libreria lo scorso aprile.