Film controversi. Quello di un ex ragazzo prodigio che in La mia vita con John F. Donovan non teme di continuare a lavorare sui temi in cui si riconosce dall’inizio per estrarne ogni volta nuove suggestioni, ispirazioni, motivi di una ricerca narrativa e linguistica inarrestabile (almeno finora). E quello di uno tra i Maestri della New Hollywood, la cui produzione in anni recenti può aver destato qualche perplessità ma ha saputo assestare anche alcune intuizioni geniali circa il riassetto delle modalità della visione e della narrazione a partire dal dilagare dei nuovi media in quel tessuto di sguardi che dà forma alla realtà; senza temere i soprassalti di chi ha visto in questo Domino un passo falso madornale, «Cineforum» lo prende sul serio e ne delinea un’analisi controcorrente.
Film che entrano ed escono liberamente dagli schemi. Un horror sui generis, Midsommar, opera seconda per un regista dall’esordio promettente, che punta con decisione sull’«inversione delle situazioni» per dettare l’approccio al film e al genere cui il film si richiama, sottoposto a una metamorfosi inaspettata. Una commedia, Torna a casa Jimi!, che arrischia la scommessa di parlare della Storia e di una delle situazioni politicamente e culturalmente paradossali vigenti nell’area mediterranea, mescolando lo “scontro di civiltà” al sorriso portatore di saggezza e di leggerezza. E il quarto capitolo di una saga iniziata cinque lustri fa: un ritorno (o un riciclo) che redistribuisce ruoli e funzioni nel gruppo ormai celebre, coniugando imperativi di mercato e guizzi “d’autore” autenticamente Pixar.
A proposito di autori, questa volta senza virgolette, ecco poi Il ritratto negato, l’ultimo film che Andrzej Wajda ci ha lasciato come una sorta di sigillo artistico ed esistenziale (e quindi, certamente, anche “politico”) del suo lungo percorso. A questo film che chiude vale la pena di accostare un esordio notevole, Tesnota, il cui autore, Kantemir Balagov, sembra promettere grandi cose; «Cineforum» ne ha già parlato da Cannes 2017 (Un Certain Regard), dove il film fu premiato. Ben felici di poter ora approfondire, poiché il film è finalmente distribuito. Un film anche per festeggiare il ritorno agli schermi di Salvatore Piscicelli, che ne era lontano dal 2002: con Vita segreta di Maria Capasso Napoli è ancora nell’obbiettivo, però Maria è anche «una donna, prima di tutto, meridionale e poi italiana, e poi universale».
Ma non è finita. Su questo numero trova spazio, per la serie CineforumBook, un’ampia ricognizione sul tema dei film “basati su una storia vera”: Mancino, Frasca, Chiesi e Gaetani si muovono tra considerazioni generali (narrative e di linguaggio) e analisi più specifiche a partire da film e filmografie esemplari rispetto all’argomento. Il tutto per tracciare alcuni percorsi di approccio, inevitabilmente non esaustivi ma che contribuiscano comunque ad arricchire una specifica riflessione critica di cui non soltanto «Cineforum» è ultimamente portavoce.