A ben vedere, non è una novità: già John Wayne, nei suoi ultimi anni, aveva spesso giocato sulla coazione a ripetere le cose che faceva venti o trent’anni prima, prendendosi in giro per l’età che avanzava.
Negli ultimi anni, i titoli che vedono sessantenni e settantenni impegnati in sparatorie e scazzottate, acrobazie e tuffi (Red, I mercenari, ecc.) sono però diventati sempre più frequenti, tanto che gli americani hanno trovato un nome per identificare il filone: si parla di “geriaction”. Escape plan – Fuga dall’inferno è il titolo più recente.
Sylvester Stallone è Ray Breslin, che di mestiere “collauda” carceri di massima sicurezza facendosi imprigionare sotto falso nome per evaderne dopo aver scoperto i loro punti deboli. Ingannato dal suo socio, questa volta finisce però in un penitenziario ad alta tecnologia, collocato in un luogo segreto dal quale fuggire sembra impossibile. L’incontro con Emil Rottmayer (Arnold Schwarzenegger) cambia le cose.
Presentato come il primo vero incontro tra i due massimi eroi del cinema d’azione anni ’80 (nei due Mercenari la partecipazione di Schwarzenegger non era da protagonista), Escape plan si struttura intorno a un classico del repertorio di Stallone (dalla serie di Rambo a Sorvegliato speciale): l’innocente che finisce ingiustamente nelle mani di un carceriere sadico e corrotto.
Il film è così costruito più sui caratteri stalloniani che su quelli schwarzeneggeriani: l’azione è “appesantita” dall’insistenza sull’amicizia, sui valori, sul dramma, sull’etica. Le smorfie di dolore di Sly prevalgono sull’impassibilità ironica di Schwarzy.
Latita dunque l’ironia che avrebbe giustificato l’operazione (non basta qualche timida battutina di Schwarzenegger – “colpisci come un vegetariano” dice al primo colpo ricevuto da Stallone) e il film finisce piuttosto per cadere nell’umorismo involontario (i tormenti etici del dottore che rilegge il giuramento di Ippocrate).
Può comunque darsi che, in nome della nostalgia e con un po’ di sforzo, chi è stato quattordicenne negli anni ’80 – e magari all’epoca avrebbe fatto carte false per un film con i due supereroi che, oltre a prendere a pugni un sacco d’altra gente, se le danno pure tra di loro – si diverta.
La storia parla di un esperto di sicurezza strutturale (Sylvester Stallone), costretto a fare appello a tutte le sue capacità per scappare dalla prigione che lui stesso ha progettato. Arnold Schwarzenegger interpreta invece un carcerato che aiuta il protagonista nella fuga e cerca di mantenere la calma fra gli altri prigionieri nel momento di massima difficoltà.