Bogdan Muresanu

L'anno nuovo che non arriva

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Tra un delizioso blues di Dida Dragan (in rumeno) e la trascinante cadenza finale del Bolero di Ravel in cui tutte le situazioni convergono all'esaltante epica soluzione, una tragicommedia che racconta della rivoluzione che il 21 dicembre 1989 ha travolto a Bucarest il regime di Ceausescu.

Musiche che si contrappongono e sottolineano la frattura ormai insanabile tra un sistema autoritario fondato sulla delazione, la manipolazione e la repressione, e una popolazione che non ne può più (a Timisoara ci sono stati scontri con morti ma le notizie sono confuse) e subisce: “qui non cambierà nulla, nemmeno tra trent'anni e penserai perché diavolo non sei scappato quando eri giovane?” dice un amico all'altro, entrambi sul punto di scappare raggiungendo il confine del Danubio e attraversandolo di notte… e invece.

Vari personaggi si mescolano, molti in relazione, in un mosaico che crescendo via via approderà alla rivoluzione totale nella capitale rumena, debilitata da povertà, insofferenza e sospetti. Tra i personaggi di una storia in cui humour, dramma e infine epica rivolta (con tanto di riprese documentarie storiche) si mescolano in un affresco cui non viene mai meno la suspence in progressiva e sapiente avanzata, uno studente universitario, un regista televisivo, un’attrice teatrale, un operaio inguaiato dall'ingenuità del figlioletto, una anziana comunista disillusa e delusa costretta ad abbandonare la casa, con un figlio che lavora ai servizi segreti raccogliendo spiate a pagamento.

Si ride digrignando i denti sulle difficolta dei tapini (“Tutti vi autocriticate, porca puttana!” commenta il grigio funzionario di partito), il valium è esaurito nelle farmacie (“Provi una tisana di tiglio, è più salutare”) e tutti si arrangiano provando un po' di schifo (“L'arte richiede sacrifizi!” “No, l'arte richiede orifizi!”). Intanto il regime blocca le autostrade, aumentano i posti di blocco, nessuno può passare o allontanarsi dalla città, gli uomini di Ceausescu nascondono e mentono su Timosoara. Ma è tutto un teatrino raffazzonato e instabile, tutto si sta crepando velocemente ed è al limite del tracollo, persino gli alberi di Natale (di Babbo Gelo) sono pateticamente spelacchiati e i fondali delle scenografie vengono ritagliati dai ladri, per la disperazione di regista e tecnici che devono in qualche modo ricostruire la serata degli auguri Natalizi in tv (peraltro la gente preferisce l'analoga trasmissione bulgara!), dopo che l'attrice che declama i deferenti saluti a Ceausescu, patria e partito, è scappata via e deve essere sostituita in qualche modo.

Davvero, basta un niente perché la situazione esploda, anzi basterà un petardo....

Anul Nou care n-a fost (così in originale) segna il debutto nel lungometraggio di Bogdan Muresanu, che ha così dilatato un suo precedente corto del 2018, The Christmas Gift, con praticamente gli stessi personaggi. Nel 2024 è stato presentato alla 81ma mostra di Venezia dove si è aggiudicato il Premio Orizzonti e il Premio Fipresci, mentre Adrian Vancica (interpreta Gelu, l'operaio inguaiato da una letterina di Natale) ha vinto il premio per la miglior interpretazione all'Euro Balkan Film Festival. Riprese a Bucarest e Gostinu.


 

L'anno nuovo che non arriva
Romania, 2024, 138'
Titolo originale:
Anul nou care n-a fos (The New Year that Never Came)
Regia:
Bogdan Muresanu
Sceneggiatura:
Bogdan Muresanu
Fotografia:
Boroka Biro, Tudor Platon
Montaggio:
Vanja Kovacevic
Cast:
Adrian Vancica, Nicoleta Hâncu, Emilia Dobrin
Produzione:
Kinotopia
Distribuzione:
Trent Film

Bucarest, dicembre 1989. Il regime di Ceausescu sta per crollare. Mentre l'esercito reprime le rivolte che i media cercano di camuffare, un regista deve salvare lo spettacolo di Capodanno della TVR: l'attrice principale fuggita va rimpiazzata con un'altra che però detesta il dittatore. Intanto, il figlio del regista medita di scappare in Jugoslavia a nuoto. Un agente segreto non riesce ad allontanare la madre dalla sua casa prossima alla demolizione. Un bambino ha chiesto a Babbo Natale un regalo particolare...

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