Se ci pensate, la critica sembra avere superato il cinema. A destra, si direbbe. Ho l’impressione che fare critica, oggi, sia molto più gratificante del fare-un-film. E gratificante per chi? Per il critico, naturalmente, e non c’è niente di male. Ma anche, a scanso di equivoci, per il lettore. Perch...
Riassumiamo. Il 10 giugno HBO Max annuncia il ritiro temporaneo dallo streaming di Via col vento per “descrizioni razziste”, aggiungendo che il film tornerà presto in palinsesto con dovuta “contestualizzazione storica”; il mondo dei social, dei critici e dei cinefili insorge, questa è censura, si gr...
Foto: Thierry Frémaux, General Delegate © FDC Qualcuno diceva che il potere logora chi non ce l’ha. Era uno importante, che aveva potere. Ne aveva molto. Non so se ne sia mai stato logorato. Stando a lui, però, erano gli altri ad esserne corrosi: quelli cioè che non hanno potere, ma lo...
Fateci caso: in Bumblebee gli unici a togliersi le t-shirt e a restare coi capezzoli al vento sono due maschietti, in scene assolutamente gratuite. Quindi, a chi è rivolto il film? Ai nostalgici eighties, ormai una razza? Ai fan prevalentemente di sesso maschile dei Transformers (con inconsueto e fr...
Proviamo ad azzerare il vincolo che la nuova versione di A Star Is Born intrattiene con le precedenti. Cosa resta? Vediamo. Una star femminile di indiscutibile talento vocale ma di discutibile bellezza è born grazie all’aiuto di un’altra star, maschile, già navigata, già sulla cresta dell’onda, g...
Se crediamo che il cinema sia il risultato di una visione del mondo, non possiamo non credere che un film rappresenti una scelta. Di stile, di contenuto, di sguardo, quello che vogliamo, ma che sia una scelta è abbastanza evidente. E chiaramente ci sono scelte giuste e scelte sbagliate. Ci sono scel...
C’è modo e modo di guardare a una storia. Ma c’è anche modo e modo di filmarla. C’è sguardo e sguardo. Alla critica, soprattutto quella militante, la fondamentalista sine qua non, lo “sguardo morale” è sempre parso il più onesto, il più credibile, il meno artificioso, l’unico convincente e auspicabi...
Quando la filmmaker Barbara Hammer rivendicava l’astrazione quale forma contro lo status quo della narrazione cinematografica tradizionale, era il 1993. Da allora di tempo ne è passato parecchio. E anche di acqua sotto i ponti. «Io porto sulle spalle il marchio della costruzione della percezione da...
Un film come Baby Driver - Il genio della fuga sembra mettere in crisi prima di tutto chi ancora dal cinema si aspetta una morale. Non basta rilevare l’elogio dell’infantilismo irresponsabile in un mondo cinico e violento: che cosa significa veramente Baby Driver? Qual è il suo senso? Cosa ci dice?...
Non è neppure sepolto. Ed è questo il suo grande problema contemporaneo. I fan e la critica ne hanno pianto la fine per decenni, ma è sempre stato un lamento da prefica: il western non è mai veramente scomparso, nemmeno negli anni Ottanta, quando per Eastwood e Kasdan si parlava a sproposito di resu...
Nel corso del tempo non è mai stato facile circoscrivere e definire la categoria del B-movie. Esiste la storia dei generi, dell’exploitation, dei film da drive-in, dei midnight movie, dei cult movie, ma raramente si è scritto sul B-movie quale sensibilità. Forse perché il B-movie è un po’ un’idea-om...
La critica contemporanea, corteggiata dalla diabolica democraticità del gusto e dell’opinione che abita sul social network, incorre in numerosi errori di prospettiva. Fra gli altri, quello di continuare a evocare – quando le torna molto comodo – un non meglio specificato “classico” (fino a che epoca...
Se proviamo a prendere le misure dello sguardo, oggi, nel cinema contemporaneo, prevalentemente quello hollywoodiano, ma non solo lì, a Hollywood, anche un po’ qui, in Italia, se proviamo a prenderne le misure, misurandone cioè ambizioni e risultati, ideologie e sensibilità, viene fuori un numero st...
C’è una madre che ammazza le sue tre figlie, e l’Italia tutta, stretta in un abbraccio comune, pensa bene di piangerle definendole angeli. Le vittime sono sotto terra a marcire, ma ci piace pensare che stiano svolazzando nell’alto dei cieli. Volgari e consuete strategie mediatiche, si dirà. Certo...
Ma io che scrivo di cinema, oggi, posso ancora appassionarmi al cinema? Cioè, proprio appassionarmi come in una palpitazione amorosa, trepidare, non stare nella pelle, un po’ come la gioventù americana (benestante, istruita) per la quale negli anni ’70, per dirla con Susan Sontag, andare a vedere i...