It Follows, opera seconda di David Robert Mitchell, film cult di queste ultime stagioni che solo ora arriva nelle sale italiane, riprende le inquietudini esistenziali degli adolescenti suburbani di The Myth of the American Sleepover per virarle in incubo horror. Protagonista è Jay: bella, coccolata dagli amici e innamorata del fidanzato. Ma dopo la prima notte d’amore, invece delle normali tenerezze che seguono il sesso, Jay viene narcotizzata e legata. Il ragazzo le spiega che con quel rapporto l’ha condannata a un inferno: un’entità è ora sulle sue tracce e la seguirà fino a ucciderla a meno che lei non passi, nello stesso modo, la maledizione a qualcun altro. La persecuzione può nascondersi sotto le fattezze di un parente, di un vicino, di uno sconosciuto. Solo lei potrà vederlo muoversi lento e implacabile – come uno zombie romeriano – e solo lei potrà decidere di liberarsene condannando un altro alla dannazione.
Mitchell riprende vari stilemi del cinema horror immergendoli nell’atmosfera inquieta di un’età incerta. Nel suo primo film costruiva un’elegia nostalgica della giovinezza carica di ansie legate alla crescita, alla scoperta del sentimento, alla costruzione identitaria. Qui torna sugli stessi temi, usando la figura indefinita di un pericolo immanente come metafora di un bilico perenne in cui il godimento – fisico e terreno – si tramuta in minaccia dalla quale è impossibile trovare protezione. Ancora una volta il mondo adulto rimane sullo sfondo, incapace di accudire e di salvare: i genitori sono assenti, li intuiamo dietro alle finestre di case tutte uguali, rassicuranti fino a essere sinistre. Ma se nel mito fanciullesco dello sleepover si consumava una notte che era premessa di una presa di coscienza generazionale – individuale e collettiva – qui si tratta di salvare la pelle da un indefinito che segue come un’ombra promettendo morte.
L’It del titolo richiama il suo archetipo kinghiano: una figura multiforme che lì si concretizza nelle paure profonde dei personaggi mentre qui si reifica in una folla indistinta, in un volto innocuo che si fa incombente e assassino. Mitchell intuisce nel sesso il veicolo di trasmissione mortale che riguarda la sfera intima più di quella peccaminosa. Non c’è moralismo nell’osservare dei ragazzi che si scambiano una dannazione attraverso il piacere. C’è piuttosto la sensazione di un’incognita che riguarda la consapevolezza dei propri corpi, il potere violento che il sesso implica, la zona d’ombra dove si nasconde l’irrazionale, la condanna scritta in un percorso di crescita. Non è un caso che in entrambi i film una scena chiave si svolga in piscina: il liquido, l’amniotico, la sospensione temporale dell’acqua, il suo attutire suoni e rumori quasi a silenziare il rumore del mondo circostante sono una bolla simbolica (un’apnea di inconscio) nella quale i personaggi affrontano l’allarme, il cambiamento, la coscienza di sé.
Mitchell inquadra queste figure nel paesaggio umano, ama questi ragazzi abbandonati a loro stessi, impossibilitati a crescere e costretti a guardarsi le spalle distogliendo lo sguardo dal futuro che dovrebbe aprirsi di fronte a loro. Con un ritmo mai affannato, una predilezione per i campi lunghi dove il nostro occhio vaga a intuire il nemico, la musica carpenteriana che certifica una mostruosa normalità, It Follows è un coming of age affettuoso e terribile cui si perdonano le rare zoppìe di sceneggiatura per la grazia dolente dell’affresco generale che ricorda, nel descrivere la pulsione di morte e la sua sofferta funzione nel processo di crescita, il magnifico Lasciami entrare di Tomas Alfredsson.
La diciannovenne Jay conduce una vita serena: gli studi, gli amici, le gite al lago nel week-end. Con lei c’è il fidanzato Hugh, di cui è innamorata. Dopo il loro primo rapporto sessuale, però, qualcosa sembra cambiare per la ragazza: strane visioni iniziano a perseguitarla, così come l’inesplicabile e opprimente sensazione che qualcuno, o qualcosa, la segua. Jay capisce presto come l’orrore, irrazionale e inarrestabile, possa celarsi a pochi passi da lei e da chi le sta intorno, minando ogni sicurezza.