Il film d'esordio della regista scozzese Charlotte Wells, Aftersun – presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2022, dove ha vinto il Premio della Giuria French Touch, e acclamato dalla critica internazionale (Sight & Sound l’ha incoronato film dell’anno) – è una storia padre-figlia, un'opera autobiografica, ispirata dai ricordi di una vacanza estiva della regista con il padre.
Con l'eccezione di alcuni flashforward, Aftersun si svolge nel corso di diversi giorni alla fine dell'estate degli anni Novanta, quando l'undicenne Sophie (l'esordiente Frankie Corio) raggiunge il giovane padre separato Calum (Paul Mescal di Normal People) per una vacanza in un resort turco di basso livello frequentato principalmente da inglesi. Sophie, undicenne perspicace e in apparenza più matura rispetto alla sua età (in una scena del film lei e Calum vengono scambiati per fratelli), vive incuriosita l'incontro con gli adolescenti più provocatori del resort, che si rilassano a bordo piscina e intorno al tavolo da biliardo. Calum, d'altra parte, simula – davanti allo sguardo della figlia e all'obiettivo della camera che la stessa utilizza per registrare i diversi momenti passati insieme – una calma che nasconde tuttavia i demoni della contraddizione. L’uomo attraverso una sorta di danza ascetica (Calum ha portato con sé una pila di libri sull'auto-miglioramento e la meditazione, e spesso pratica le mosse di Tai Chi) cerca di esorcizzare il dolore di un'esistenza caotica; presumibilmente segnata dalla depressione. Sophie si rivolge spesso al padre, interrogando la sua presenza: sei tu ciò che diventerò? Il vero sé di Calum affiora e si distingue solo nel fuori campo – della telecamera e dello sguardo di Sophie: fuma nervosamente una sigaretta sul balcone della loro minuscola stanza mentre la figlia dorme, si getta in mare di notte quando nessuno lo vede, rifiuta di unirsi a Sophie per un numero di karaoke. Calum, oltretutto, ha un braccio ingessato e non siamo sicuri di cosa sia successo – anche se è intelligibile il correlativo con la sua frattura esistenziale – allo stesso modo di Johnny Marco, il protagonista di Somewhere (2010) di Sofia Coppola. Ci sono anche chiare tracce dei film di Margaret Tait nella regia di Wells, in particolare Blue Black Permanent (1992), che sembra essere servito come riferimento tonale (un volume degli scritti di Tait è ben visibile sullo schermo).
La storia, resa straordinaria grazie all'amore e alla familiarità senza sforzo che i co-protagonisti Mescal e Corio portano in quasi tutto ciò che vediamo – esiste sotto forma dei ricordi dell'adulta Sophie (Celia Rowlson-Hall), che, nel giorno del suo trentesimo compleanno, ricorda quella vacanza. Allora, ciò che stiamo guardando non sono quegli eventi così com'erano, ma come vengono ricordati, sotto le luci stroboscopiche di una discoteca o, forse, dentro i confini caotici della mente della donna. Aftersun, nel solco di alcune recenti pellicole che hanno narrato piccoli drammi di relazioni tra genitori e figli – tra le altre, The Florida Project (2017), Petite Maman (2021), C'mon C'mon (2021) – è costruito come un ricordo personale, filtrato attraverso una foschia di memoria e immaginazione. In una tensione tra realtà e finzione – tra eventi registrati e ricordati – che ci trascina in profondità nel dramma, facendoci esaminare ogni fotogramma come se cercassimo indizi per una verità nascosta che rimane sfuggente. Nel film è racchiusa un'elaborazione del rapporto tra verità e immagine: è reale solo ciò che si può vedere con gli occhi, ciò che si può testimoniare – qui, ne è segno la soggettività dello sguardo tramite la traiettoria della videocamera di Sophie. Forse anche per questo il racconto è dominato da una intensa pulsione scopica. Tutti guardano ciò che li circonda, da lontano, oltre le tende o le fessure e spesso i personaggi sono rappresentati riflessi negli specchi, nella superficie dell'acqua, nello schermo di un televisore. Come a indicare il falso io nello specchio: in termini lacaniani un dispositivo in cui dentro un’unità apparente esiste invece una scissione.
Aftersun è un film sottile e magistrale sulla memoria, sulla caducità del ricordo e sul tentativo di lenire il dolore causato da un'assenza attraverso uno sforzo di reminiscenza e al tempo stesso di autosuggestione. Qualcosa succede, o è successo. Il quando e cosa rimangono fuori dalla nostra possibilità fino alla fine.
In un resort che ha visto giorni migliori, l’undicenne Sophie si gode i rari momenti che riesce a trascorrere con suo padre, l’idealista e amorevole Calum. Vent’anni dopo, il ricordo della loro ultima vacanza diventa un ritratto potente e straziante del loro rapporto.