Un cinema marchigiano, nel senso profondo del termine, che elegga questa regione a location non occasionale e soprattutto non generica, non ha mai davvero preso piede in modo compatto e coerente. Per questo l’affondo di Damiano Giacomelli, regista e sceneggiatore, con Castelrotto nella provincia marchigiana più anonima e perciò tanto più inquietante ha tutte le carte in regola per diventare un apripista. La dimensione del “crime”, con l’indagine parallela dell’ex cronista Ottone Piersanti, cui Giorgio Colangeli, finalmente protagonista assoluto regala un profilo potente, è soltanto la punta dell’iceberg di uno scavo socioculturale, antropologico e linguistico. La precisione del parlato in questo film è la prova della consapevolezza dello star dentro le cose, i luoghi e le persone. Finalmente l’accento dell’entroterra marchigiano assume un’espressività autonoma che informa di sé il racconto e non costituisce un elemento esteriore e folcloristico. E questo non fa che aumentare il senso di complicità che si instaura tra il pubblico e il protagonista, al quale Fabrizio Ferracane nei panni dell’antagonista calabrese offre un contraltare fatto di sfumature, sguardi di sbieco ed esplosioni d’ira.
Lo specifico locale e regionale della vicenda, con tutta una galleria di personaggi minori e maggiori perfettamente armonizzati, ha il merito di rendere credibile ogni passaggio narrativo, raggiungendo nel disegno accurato e autentico della quotidianità provinciale una valenza universale. Così, con la parabola di Castelrotto anche questa porzione d’Italia, assecondata da un originale eroe malinconico in stato di grazia, entra di diritto nella mappa mentale del pubblico. Aver dunque intuito il potenziale drammatico di un territorio dove il basso profilo collettivo e il conformismo del buon senso da “gatte morte” determinano situazioni che esplodono all’improvviso come cronaca nera tutt’altro che immaginaria, facendo virare in placido nero l’impianto giallo anche della finzione, è il pregio maggiore del lungometraggio d’esordio di Giacomelli. Ricavarne una serie non sarebbe a questo punto un’idea da prendere sottogamba.
Una misteriosa scomparsa scuote la vita di Castelrotto, paesino appenninico da sempre fuori dalla cronaca e dalla storia. Ottone, cronista locale in pensione, ne approfitta per riprendere la penna in mano e vendicarsi di un vecchio torto subito.