Alla vigilia di un festival di Cannes - il sessantasettesimo - dove la bella Julianne Moore sfilerà tronfia sulla Croisette in virtù della partecipazione all'ultima fatica (in concorso) di Cronenberg, i prodi distributori italici fanno uscire nelle sale The english teacher, commediola vecchia di un anno che segnò il debutto cinematografico di Craig Zisk, già prolifico autore di serie tv, nonché titolare di 7 righe su wikipedia (3 nella versione italiana).
Qui Moore interpreta con ben poche sfumature il classico ruolo della professoressa frigida, quaranta-e-qualcos-enne, votata ai suoi studenti e alla narrativa delle grandi passioni, molto più che alle grandi passioni stesse. Cattedra, supermercato, divano, letto, cattedra, supermercato, divano, menopausa: ecco l'inarrestabile ottovolante di emozioni di Linda Sinclair, maestrina dalla penna rossa con occhiali e twin-set âgé d'ordinanza.
Una vita tutta casa e scuola che, l'avreste mai detto, verrà stravolta per esigenze di copione come in ogni commedia degli equivoci che si rispetti: è così che la rossa insegnante s'impegola nei risvolti triti e prevedibili di una trama non solo già vista, ma per giunta inconsistente.
Il nocciolo della questione, infatti, ruoterebbe intorno a The Chrysalis, inedita pièce teatrale scritta da un ex alunno di Moore incompreso, costretto suo malgrado ad abbandonare le velleità drammaturgiche subito dopo l'opera prima per dar retta alle fregole paterne e iscriversi a giurisprudenza; peccato che, per quel poco che se ne intravede, The Chrysalis non sembri niente più del solito dramma nel tinello scritto da un giovinastro che ha letto troppo Arthur Miller. Ma no, "Genio!", gridano tutti a gran voce sperticandosi in lodi la cui fondatezza è francamente indimostrabile.
Cosa resta, dunque? L'interpretazione di Moore? Forse quella dei comprimari fra cui spicca Greg Kinnear, confinato nel ruolo del padre padrone insensibile alle esigenze della prole? Nulla di tutto questo. The english teacher è così inconsistente e trascurabile che l'unica considerazione che valga la pena di fare, a riguardo, non è di ordine contenutistico né, tantomeno, estetico: dev'esserci stato un momento della carriera di Julianne Moore in cui la poverina si annoiava così tanto da arrivare non dico ad accettare la parte, ma anche solo a leggere fino in fondo uno script del genere.
La vita tranquilla di un'insegnante d'inglese è destinata a cambiare quando un suo ex-studente torna nella sua piccola città dopo aver cercato il successo come sceneggiatore a New York.