Dall’altra parte è un’intensa riflessione sulla Storia recente di un paese tuttora lacerato, e sulle implicazioni che la guerra, potente anestetico dei sentimenti filantropici, ha sugli individui e sulle relazioni umane.
Diverse generazioni sono coinvolte e messe a confronto nell’ultimo film di Zrinko Ogresta, dagli anziani assistiti al nipotino in arrivo, ciascuna compromessa in termini differenti e tuttavia simili, ciascuna posta di fronte alle eco di una guerra che pare capace ancora oggi di sbarrare la strada a chi, come la futura sposa Jadranka, tenta di costruirsi una vita autonoma e felice.
Eppure la felicità pare un concetto assurdo, e l’unico che la predica, Bozo, è visto come un ottuso e illogico “serbatoio di proverbi”. Il cinismo nei confronti dei sentimenti affettivi, l’apparente apatia che nasconde un’umanità ancora tormentata dai traumi passati sembra restia a risparmiare qualcuno dei personaggi, a partire da Vlado, totalmente indifferente alla notizia del matrimonio della sorella e negligente persino nella propria vita coniugale, segnata dal ripetuto tradimento ai danni della moglie – e dell’amante, che mette incinta. Un’apatia che, ostinata, arriva a toccare anche la protagonista Vesna, fredda, malgrado l’indubbia generosità, nel restituire ogni tipo di interazione umana. Almeno fino alla fine, quando i sentimenti da tempo compressi scoppiano estenuati in quel pianto liberatorio che, sebbene solitario, segna la catarsi simultanea dei due protagonisti, una rigenerazione che li attraversa – da una parte all’altra.
Come è difficile ritrovare ed esprimere amore e affetto sinceri per un prossimo che potrebbe, un domani, rivelarsi nemico, similmente – e di conseguenza – instaurare relazioni basate sulla comunicazione e sulla trasparenza reciproca si dimostra realtà quasi totalmente impraticabile. Telefonate non restituite, squilli senza risposta, conversazioni troncate, chiacchiere superflue; gli scambi, quando possibili, sono brevi, superficiali, e non permettono ai personaggi di manifestare il proprio essere né tantomeno di raccontare la propria storia. La vita interiore degli individui viene taciuta, i personaggi rimangono quasi estranei, come sconosciuta resta la loro fisionomia allo sguardo dello spettatore, quasi eclissato, al riparo da quel mondo ancora un po’ crudele e per metà incomprensibile, se non da chi ha imparato ad abitarlo vivendone la Storia. Le persone che lo popolano allora non sono, agli occhi nostri o degli altri personaggi, individui a tutto tondo, ma piuttosto figure bidimensionali, nascoste o fuori fuoco, oppure ricordi ricostruiti, quando non semplici fotografie in bianco e nero, simulacri da tempo superati.
“Dall’altra parte”, perciò, non riguarda unicamente uno schieramento politico e militare. L’altra parte è un’altra vita, sconosciuta. È l’altro lato della cornetta del telefono. Ma è anche lo spazio alieno in cui agisce la macchina da presa che, alla giusta distanza, si fa voyeuse della vita privata e intima di persone che le sono – e sostanzialmente le rimangono – quasi totalmente estranee.
Nondimeno, proprio questa presa di distanza consente al regista di creare una connessione sincera verso coloro che si nascondono dietro un viso duro e freddo, nei confronti di personaggi, cioè, che nella loro riservatezza portano le ferite universali di traumi passati e non ancora superati. Un’empatia che è tale perché il nostro sguardo appartato su questi individui rispecchia più in generale il nostro affacciarci sul mondo; un approcciarsi timido e incerto, inetto nel raggiungere un punto di vista oggettivo – super partes – e per natura incapace di scorgere una verità assoluta. Le parti sono due, opposte, come sempre; e tuttavia abili, in questo film di produzione serbo-croata, a conciliarsi proprio nel raffronto. Ciascuna con le proprie colpe da espiare, ciascuna portatrice di un’umanità limpida, universale – e universalmente comprensibile.
Con la speranza di salvare la propria famiglia dagli eventi che stavano distruggendo le loro vite, Vesna, decide di trasferire tutti a Zagabria, in Croazia.
Tuttavia, venti anni dopo, una chiamata inaspettata riporterà a galla il ricordo di un segreto che ha cercato di nascondere per molto.