Quentin Dupieux ci ha abituati a un cinema anticonvenzionale, sia nello stile dai contorni surreali, sia nella narrazione, sempre caratterizzata da traiettorie bizzarre. E il suo nuovo lungometraggio, Doppia pelle, scelto come titolo d’apertura della Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2019, ne è una conferma. Artista eccentrico che molti ricorderanno come produttore discografico, DJ e musicista con lo pseudonimo Mr. Oizo, Dupieux ha firmato pellicole che si distinguono per la loro originalità. Nel 2010 realizza Rubber, il cui protagonista è uno pneumatico che prende vita e inizia a uccidere utilizzando i suoi “poteri psichici” e nel 2014 porta alla Mostra del Cinema di Venezia Reality, storia di un cameraman determinato a passare alla regia, partendo da una vicenda strampalata come base per il suo lavoro.
In Doppia pelle, invece, la trama è il rapporto ossessivo tra Georges, interpretato da Jean Dujardin, e un giaccone scamosciato: l’uomo vuole essere l’unica persona al mondo a indossare quel tipo di indumento che ha acquistato da poco. Si isola in un albergo in uno sperduto paesino di montagna e con la cameriera del bar dell’hotel (Adèle Haenel) gira un film amatoriale: finirà però col perdere tutti i suoi risparmi, trovandosi coinvolto in vicende imprevedibili. Ancora una volta, quindi, protagonista è una persona ordinaria, che vede la propria vita entrare in un vortice di eventi folli fino a esserne completamente sconvolta.
Nonostante l’andamento narrativo poco credibile, che peraltro nella seconda parte della pellicola assume una piega metacinematografica, Doppia pelle è un film molto gradevole e coinvolgente, che segna una tappa decisamente più matura nella filmografia di Dupieux. Notevole la trasformazione di Jean Dujardin, che da icona sexy, quale siamo abituati a conoscerlo, sotto la guida del regista francese diventa un personaggio solo, vittima di un’ossessione che lo perseguita e ne frantuma la personalità di giorno in giorno. Chi sa stare al gioco potrà divertirsi durante la visione e uscire dalla sala con spunti di riflessione originali e tutt’altro che banali.
Georges guida tutto il giorno per raggiungere un’anonima località di montagna e comprare un blouson di pelle. Pelle di daino 100%, per uno stile da Killer. Per soddisfare la sua ossessione, Georges ha dato fondo al conto e alla sua vita coniugale. Morbida, decorata di frange e rivestita in raso, la giacca lo innamora fino a possederlo e precipitarlo in un delirio criminale. Ad assecondare la sua follia c’è Denise, cameriera con la mania di smontare film famosi. Deciso a girare un film che celebri la sua giacca, Georges si arma di camera digitale e sbaraglia la concorrenza. Ogni altra giacca sulla faccia della terra non è che una mera imitazione e deve essere eliminata ad ogni costo e con ogni mezzo.