Element City è una megalopoli in cui convivono – nominalmente assieme ma formalmente separati – i quattro elementi della materia: acqua, fuoco, terra e aria rappresentano differenti classi sociali, gradini inconciliabili di una società solo apparentemente coesa. Ember Lumen, creatura di fuoco, è la figlia di una coppia di immigrati; suo padre gestisce un negozio nel loro quartiere, un melting pot di lingue e sapori che è alla base di una piramide sociale. I suoi genitori portano con sé le scorie di un passato difficile e coltivano il sogno di un’affermazione sociale. Bernie immagina che sua figlia Ember possa ereditare il negozio e affrancarsi da una vita di fatica e discriminazione. La giovane però, letteralmente “testa calda”, non sa se condividere le aspirazioni paterne o cercare per sé un nuovo posto nel mondo. Per un incidente, figlio della propria irascibilità, Ember causa la rottura di un tubo che allaga la bottega paterna - mettendo in pericolo la natura rovente del suo quartiere - e provoca la visita di un ispettore comunale che minaccia la chiusura del negozio. Il solerte funzionario è Wade Ripple, creatura d’acqua, figlio di una buona famiglia tipica rappresentante di un’élite cittadina lontana dalle fatiche quotidiane del popolo del fuoco. I due si trovano prima in contrasto e poi alleati, pronti a trovare assieme – nonostante una delle regole non scritte della comunità imponga la distanza tra i diversi elementi, che potrebbero anche involontariamente sopraffarsi – una soluzione per i problemi della città e l’ipotesi di cercare per loro un percorso diverso da quello definito a priori dalle condizioni (e convenzioni) sociali.
Elemental, seconda regia Pixar di Peter Sohn, già autore di Il viaggio di Arlo, mescola diverse fonti di ispirazione per costruire una storia di emarginazione e rivalsa, di diffidenza e sentimento, di una coppia impossibile che supera per amore le barriere della (non) convivenza civile. L’architettura futuribile della città sembra ricalcare quella di Zootropolis, sostituendo una vaga diffidenza nei confronti di una possibile integrazione tra gli abitanti al senso di crescente paura nei confronti dell’altro che lì rafforzava il potere nel mantenimento di uno status quo. Un ragionamento qui blandamente inclusivo che non riesce a replicare la complessità metaforica del precursore disneyano. L’ossessione per l’inclusione e l’integrazione è ricorrente nella recente produzione Pixar – basti pensare a Luca o a Red – ma le buone intenzioni non riescono a trasformarsi in forza espressiva, nella carica simbolica a cui eravamo abituati. La magnificenza tecnica, che anche qui genera momenti di sincero stupore, non è supportata da una scrittura adeguata: le trovate narrative si limitano a portare avanti la storia, sospesa tra gusto per l’avventura e derive sentimentali. La sfida alle regole sociali e familiari è fin troppo edulcorata, morbida: quasi una riedizione fuori tempo massimo di Indovina chi viene a cena?. Il conflitto tra i vari elementi rimane in superficie, relegando le creature di terra e aria a semplici comparse, incapaci di inserirsi in un contesto narrativo compiuto, prestati a gag e scenette di una manciata di secondi. Elemental finisce per essere un racconto di formazione canonico, addirittura convenzionale, che segue il percorso di autoaffermazione di Ember e l’accettazione della sua peculiarità da parte di una famiglia comprensiva, mai davvero antagonista, in toni sin troppo pacati e rasserenanti. Non c’è spazio per il perturbante in Elemental: tutto si sussegue in maniera prevedibile, piana, consequenziale. Anche il peso dello sradicamento, della solidarietà tra umili che unisce gli immigrati del fuoco, si esprime in una giostra colorata, digeribile da tutti, con rari accenni di complessità. Elemental in fondo è un film godibile, letteralmente “elementare”, che si ritrova schiacciato dalla sempre maggiore magnificenza delle immagini destinate a nascondere la crescente siccità di invenzioni di casa Pixar, ben lontana della palestra di idee, a suo modo ribelli, che aveva costruito la sua – ahimè ormai vacillante – fama.
Le vicende di un'insolita coppia, Ember e Wade, in una città i cui abitanti sono fuoco, acqua, terra e aria, e vivono insieme, tra difficoltà d'integrazione.