Cinque amici al bar in Inghilterra, vent'anni dopo: La fine del mondo inizia così, con l'apparentemente innocua reunion di un manipolo di compagni del liceo, tutti ormai cresciuti tranne uno. L'incorreggibile Gary King, difatti, è il vero promotore di questa riedizione della maratona dei pub, che vede gli altri quattro trascinarsi stancamente fra una pinta e l'altra: uno è diventato astemio, l'altro fa l'agente immobiliare, un altro ancora ha nascosto le proprie velleità dietro le spesse vetrate del concessionario di automobili paterno.
Sembrerebbe una normale commedia appena intinta nella parabola sociale e invece no, perché c'è di mezzo un certo Edgar Wright, uno che già da qualche tempo ha inaugurato il suo futuro registico con la cosiddetta "Trilogia del Cornetto": da noi si chiama Algida e oltremanica lo chiamano Wall's, ma insomma, poco importa, il cono gelato - che compare almeno in un'inquadratura di ogni film - è solo un pretesto.
Wright non fa il pasticcere ma è specializzato in travestimenti di commedie in salsa british, pronte a trasfigurarsi in qualcos'altro: nell'horror con gli zombie in Shawn of the Dead, nel poliziesco d'azione in Hot Fuzz e in fantascienza qui, ne La Fine del Mondo.
Wright ha un modo inusuale ma efficacissimo di rendere omaggio ai generi e ai registi che lo hanno influenzato: riverenze e citazioni sono impeccabili così come il suo sguardo dietro la macchina da presa, sempre vigile e scattante, ansioso di trasformare una conversazione inutile nei bagni di un locale in un epico scontro fra uomini e robot.
E se le pur sacrosante derive di genere sembrano trascinarvi via dagli intenti iniziali dello humour d'oltremanica, state pur certi che a ristabilire l'ordine ci pensa la coppia formata da Simon Pegg (anche co-sceneggiatore) e Nick Frost, insostituibili - ed inglesissimi - eroi della trilogia. E se questo ancora non vi basta a collocarvi stabilmente sul suolo inglese allora, beh, aguzzate l'orecchio: scommetto che There's no other way dei Blur e So Young degli Suede sapranno ricordarvi dove vi trovate.
Vent'anni dopo dover tentato di portare a termine un leggendario tour alcolico, cinque amici si riuniscono quando uno dei loro si mette in testa di cimentarsi veramente nella maratona di bevute. È Gary, un 40enne intrappolato nella sua adolescenza, a trascinare tutti gli altri nella loro città natale e cercare di raggiungere infine il mitologico pub chiamato The World’s End. Mentre cercano di conciliare passato e presente, si rendono conto che la vera sfida è quella per il futuro: non solo per loro ma per tutta l’umanità. E raggiungere The World’s End diventa l’ultima delle loro preoccupazioni.