Blanche insegna francese a scuola, vive in Normandia, nei dintorni di Caen, il mare negli occhi e una certa serena rassegnazione per la sua vita da single. Blanche divide la sua vita tra il suo lavoro, che ama, e un rapporto tendente al simbiotico con la gemella Rose e la madre, sempre pronta a incoraggiare le figlie sollevando appena il ciglio dalle stoffe e dai ricami a cui si appoggia con dedizione. Una sera Rose, più spigliata e determinata a cavare dalla sorella un certo senso di solitudine, trascina Blanche a una festa in spiaggia con la minaccia/promessa di un incontro con un generico uomo ideale. A quella festa Blanche, refrattaria alla socialità coatta e alle convenzioni da single, incontra un vecchio compagno di scuola, Grégoire Lamoureux – un nome che è un grumo significante, quasi una promessa –, ex grasso («Ti trovo…» «dimagrito!») trasformato in affascinante maschio compiaciuto delle proprie capacità seduttive. Blanche si lascia conquistare con un entusiasmo che appare anche a lei eccessivo, forse adolescenziale. Grégoire si mostra – si definisce – come l’uomo perfetto: attenzioni, corteggiamenti asfissianti ma allo stesso tempo gratificanti, occhi segnati dal desiderio. Grégoire regala a Blanche una centralità assoluta che alla donna, in qualche modo, era stata sottratta. Blanche si lascia trascinare in questo apparente vortice d’amore, affrontando i docili dubbi delle donne che ha vicine, sorprese e sospettose di questa valanga seduttiva. L’effetto domino è compiuto, le decisioni prese: Grégoire porterà Blanche in Lorena, tra Metz e Nancy, lontano da quel mare tanto amato e da quella famiglia così coesa. Nel loro futuro già scritto ci sono il matrimonio, i figli, una vita familiare regolata con un compasso e un controllo patologico che diventerà sempre più evidente.
Il coraggio di Blanche di Valérie Donzelli si rivela, pian piano, come un thriller psicologico in cui la posta in gioco è la libertà – e, più in generale, l’autodeterminazione – di una donna realizzata e autonoma che cede al gioco del sogno d’amore. Il titolo originale (L’amour et les fôrets, come quello del romanzo di Éric Reinhardt da cui il film è tratto) rappresenta meglio l’antinomia alla base del film: l’amore (sognato, idealizzato, forse solo immaginato) da una parte e le foreste, non solo geografiche, di una relazione tossica di cui si ignora la densità, di cui si sottovalutano gli effetti collaterali. Blanche è deportata dal sole che tanto ama per ritrovarsi, sola e in preda alle paturnie di un compagno sempre più ossessivo, nella bruma umida e inospitale di una cartografia sentimentale che non regala vie d’uscita ma solo labirintiche e sempre più faticose regole d’ingaggio. Sospesa tra toni dolciastri – una riflessione sul futuro cantata in macchina come in un musical impressionista di Jacques Demy – e derive mélo, Il coraggio di Blanche miscela suggestioni hitchcockiane (un Sospetto intriso della ricerca di una rinnovata autonomia femminile) con velleità di denuncia, bisogno di consapevolezza, volontà di realizzazione.
Donzelli affida al volto e al corpo di Virginie Efira l’irresolutezza prima e la fermezza poi del personaggio di Blanche: se però nella prima parte del film gli indizi sparsi e appena accennati della personalità tossica di Grégoire sanno restituire un senso di disturbante doppiezza, la discesa agli inferi della protagonista è descritta con un tono più prevedibile, didascalico, a tratti programmatico. Il coraggio di Blanche si inserisce agevolmente in una riflessione su un amour fou che degenera in patologico e malato; Melvin Poupaud declina, con il suo fascino a metà strada tra il languido e il luciferino, un personaggio che naviga dalle parti di quello di Un colpo di fortuna dell’ultimo Allen; Donzelli si conferma autrice dalla sensibilità spiccata verso le storie storte d’amore rinunciando alla sua vena più favolistica e surreale per dare maggiore forza realistica a questa storia di passione, sottomissione e riscatto. Il coraggio di Blanche si dimostra un film solido, magari non sempre sorprendente, a tratti pigro e a tratti coinvolgente, che in ogni caso sa mirare a un obiettivo e centrarlo. E questa non è comunque un’emozione da poco.
Quando Blanche incrocia la strada di Gregoire, pensa di trovare l'amore della sua vita. Rapidamente la loro storia si costruisce nella gioia. La coppia si trasferisce, Blanche si allontana dalla sua famiglia e per lei inizia una nuova vita. Ma giorno dopo giorno si ritrova inaspettatamente sotto l'influenza di un uomo possessivo e pericoloso...