Ma se Un ragionevole dubbio porta la firma di Peter P. Croudins, perché trailer e locandine dicono che il film è diretto dal regista di Sliding doors? Se la memoria non ci inganna, il regista di quel (bel) film era Peter Howitt. Dunque?
Croudins è in realtà una specie di Alan (o Allen) Smithee, nom de plume utilizzato in passato dai registi che, in seguito a conflitti coi produttori o a problemi d’altro genere, non volevano vedersi attribuito un film. Come si può vedere alla voce Alan Smithee di Wikipedia (inglese) o nel libro Directed by Allen Smithee a cura di J. Braddock e S. Hock (University of Minnesota Press, 2001) gli sono stati accreditati una ventina di film tra la fine degli anni ’60, quando la pratica ha avuto inizio, e il 2000, quando lo pseudonimo approvato dalla Directors Guild of America è stato abbandonato. Vedremo se Croudins avrà in futuro una carriera altrettanto “brillante”…
Per il momento, vedendo Un ragionevole dubbio, non c’è da meravigliarsi che Howitt abbia preferito nascondere la sua firma dietro quella di Croudins (anche se la locandina, come detto, rivela parzialmente l’identità nascosta). Si tratta infatti di un film pieno di buchi, di incongruenze, di esagerazioni, di svolte prevedibili, di banalità.
Il problema, probabilmente, era già a monte, in una sceneggiatura che, non sapendo dare sostanza e mordente allo spunto di partenza e al dilemma etico che ne consegue - un uomo con una carriera di procuratore ottimamente avviata e una bella famiglia investe un pedone mentre è ubriaco: cosa fare, dato che nessuno ha visto nulla e l’incidente potrebbe costargli molto caro? -, esagera nell’accumulare improbabili complicazioni.
Si scopre così che il pedone è un molestatore di bambini (allora se lo meritava di essere abbandonato sanguinante in mezzo alla strada?). In realtà, però, le sue ferite non sono state causate dallo scontro con l’auto, ma dalle precedenti torture inflittegli da un serial killer da cui stava fuggendo (allora il protagonista ha fatto male a non aiutarlo?). Però il serial killer se la prende solo con persone che approfittano della libertà vigilata per reiterare i loro crimini (allora ha fatto bene ad abbandonarlo?). Però, in fondo in fondo, il serial killer è semplicemente un bastardo a cui piace uccidere chiunque gli capiti a tiro (allora, dilemmi etici a parte, bisogna far fuori al più presto il serial killer!).
Se a qualcuno interessa (attenzione: spoiler!), alla fine, tutti – tranne il molestatore e il serial killer – vissero felici e contenti.
Un affermato procuratore distrettuale investe accidentalmente un passante: Quando un altro uomo è arrestato per il crimine da lui commesso sarà costretto a scendere a pericolosi compromessi.