Indovina chi viene (a cena) a Natale? Il fidanzato disabile della figlia, che si era dimenticata di informare mamma e papà del dettaglio insignificante: l'uomo di cui si è innamorata ha perso le braccia in un incidente. Anche se poi ha la faccia di Raoul Bova, il che dovrebbe facilitare il suo ingresso in famiglia, nonostante l'handicap. La figlia (Cristiana Capotondi) non ha avvisato i genitori (Diego Abatantuono e Angela Finocchiaro) perché sa che sono sinceri democratici, tolleranti, rispettosi della diversità, o almeno così hanno sempre detto.
E già qui abbiamo squadernato la trama e la morale (l'obiettivo è il politicamente corretto), così ci siamo tolti l'impaccio, nella speranza che rimanga almeno qualche buona gag. Speranza vana.
Il Natale di casa Brizzi è animato dalla solita squadra di attori noti. Claudio Bisio fa il maestro buono (i primi 5 minuti musical-metaforici dedicati a “L'isola che non c'è” lo perseguiteranno per l'eternità), alle prese con i figli-carogne della fidanzata Claudia Gerini, una che si eccita sessualmente quando si trova davanti un criminale (questa sì che è originale e politicamente scorretta...). Carlo Buccirosso, invece, fa il fratello acquisito, poveraccio, onesto, meridionale, fanatico del Natale. Abatantuono (il più efficace) è l'industriale ricco e generoso, a cui tocca onorare le feste dopo la dipartita del padre, compositore di canzoni di successo, poi giocatore in rovina, che ha lasciato una vedova inconsolabile.
Il risultato è talmente scemo, stanco, noioso, privo di idee, che durante la visione vieni preso da un'acuta nostalgia per i film panettoni scorreggioni (chi l'avrebbe mai detto), quelli in cui si sopperisce alla mancanza di una sceneggiatura con dosi massicce di doppi e tripli sensi, porte in faccia e virtuosismi coprofili, e se non altro qualche risata ci scappa, senza la tara di improbabili lezioni sulla disabilità, la tolleranza, la psicologia dei bambini possessivi e via banalizzando.
Di un certo cinema italiano si dice a volte che si accontenta di illustrare una sceneggiatura, nel senso che di cinema (un'idea di cinema, anche popolare) non se ne vede proprio. Ma qui Brizzi riesce nell'impresa di rendere ancora più anonimo un testo che colleziona battute e situazioni già viste e ascoltate decine di volte in centinaia di altri film.
Mortificante.
Una famiglia allargata, come ce ne sono tante oggigiorno, runita per il cenone natalizio e nella quale una coppia di genitori attende l'arrivo dlla figlia e del suo misterioso fidanzato; c'è anche un uomo che per la prima volta conosce i figli della sua compagna i quali fanno di tutto per cacciarlo. Poi ancora una vedova inconsolabile, un fratellastro irrisolto, una bellissima casa, la neve...