Girare un film quasi interamente all’interno della cabina di una camion è una scelta rischiosa. Lo sguardo è ridotto, compresso, e la narrazione sottostà alla limitatezza dello spazio: come se ogni possibilità del racconto fosse una freccia che parte, sbatte contro il parabrezza e torna indietro. Non c’è fuga, non c’è respiro, e il racconto non può che ripiegarsi sui suoi unici elementi, in questo caso un uomo, una donna e una bambina piccolissima che viaggiano per ventiquattro ore dal confine tra il Paraguay e l’Argentina fino a Buenos Aires.
Las acacias – che esce nei cinema italiani a più di due anni dalla presentazione alla Semaine de la critique di Cannes (sì, lo sappiamo, la distribuzione in Italia fa schifo) – è un film piccolo, semplice e diretto. Ci sono tre personaggi, un camionista, un’emigrante e la sua piccolina, e solo di loro interessa. Volti, silenzi, gesti, e dopo una iniziale diffidenza anche parole: non c’è altro, in Las acacias. Proprio per questo, però, perché capace di trasformare i corpi e gli spazi in materia poetica, il film da chiuso e soffocante diventa al contrario libero e umanista, commovente e sentimentale al di là di ogni imposizione narrativa o stilistica.
La cabina del camion, come in un melodramma diventa un rifugio, un luogo ideale, e l’improvvisata famiglia assume l’aura di un’immagine sacra. La condizione dei tre personaggi è privilegiata e impossibile, gratuita anche: ma il legame che viene a crearsi, l’amore che lentamente emerge fra il burbero camionista e la donna disperata e speranzosa redime la loro storia personale. E di rimando, quasi Las acacias fosse una favola raccontata per mondare colpe collettive, quella del mondo al di fuori della cabina.
E così, grazie a un approccio sincero e autentico (come avranno fatto attori e regista a ottenere una tale spontaneità espressiva, se non ricreando nella cabina un clima di reale intimità?), anche il più scontato, desiderato e minimalista dei lieto fine diventa inevitabile. E per questo bello.
Una storia delicata, di non detti: sull'autostrada tra Asunción del Paraguay e Buenos Aires, un camionista deve trasportare una donna che non conosce e che ha con sè una bambina.