Agli appassionati di horror piace, in genere, portarsi a casa un po’ della suspense e degli spaventi vissuti durante la visione del film. A questo scopo è indispensabile che non tutto vada a posto, che rimanga qualche ambiguità, che la narrazione resti in parte opaca, che non tutto venga spiegato ma vi sia spazio per molteplici interpretazioni.
Ne L'evocazione, ad esempio, abbiamo due esperti di demoni e possessioni, Ed e Lorrain Warren, a cui si rivolge una famiglia che ha trovato presenze inquietanti nella grande casa in cui si è da poco trasferita. Un classico. Ma il problema di questo film non è tanto la trama prevedibile, quanto il finale in cui tutto si risolve – in modo piuttosto repentino – nel migliore dei modi. Un finale smaccatamente lieto e persino edificante (i valori famigliari vengono pienamente ristabiliti e la scelta tra bene e male compiuta dall’individuo, viene affermata come elemento decisivo). Un finale che spiega tutto quel che c’è da spiegare e che dissolve così ogni mistero: il male – il demonio – esiste ma lo si può affrontare con la ferma consapevolezza e con la sicurezza dei due demonologi.
Già in precedenza, per la verità, le spiegazioni dei due coniugi Warren, le loro certezze, avevano incanalato il film all’interno di una prospettiva quasi “ideologica” (al cui centro è la volontà di difesa e di restaurazione della famiglia) che depotenzia un po’ il mistero. Ma nonostante questo – e malgrado la netta caduta di tensione del finale – L’evocazione svolge egregiamente il suo lavoro di film dell’orrore, assicurando allo spettatore una buona dose di spaventi e di esplorazioni di spazi bui col fiato sospeso.
Il film di James Wan può anche essere visto come esplicita risposta ai found footage movies (a cominciare, per affinità d’argomento, dalla serie di Paranormal Activity), di cui ribalta la prospettiva. Non è solo l’accurato lavoro sulla fotografia (che si decolora via via) che lo distanzia dalle immagini a bassa definizione di quei film. È soprattutto il fatto che, anziché cercare un supposto punto di vista “oggettivo” nelle riprese “trovate”, mette in evidenza l’importanza di chi sceglie come e dove collocare la macchina da presa (sono i due demonologi – di cui il film sposa il punto di vista – che piazzano e guidano gli strumenti di ripresa). E, allo stesso tempo, l’importanza di ciò che, in quel che viene mostrato, vuole vederci lo spettatore (lo specchio rivolto nel finale verso il pubblico…).
La vera storia di Ed e Lorraine Warren (Patrick Wilson, Vera Farmiga), investigatori del paranormale di fama mondiale, chiamati ad aiutare una famiglia terrorizzata da una presenza oscura in una fattoria isolata. Costretti ad affrontare una potente entità demoniaca, i Warrens si trovano coinvolti nel caso più terrificante della loro vita.