Ingiustamente accusata dalla madre di aver sottratto un prezioso anello dai cristalli di smeraldo e averlo scambiato col béret giallo di un’amica, la piccola Linda viene punita dalla madre Paulette e spedita di filato a dormire nell’appartamento della zia. Quando però il gatto di famiglia, che aveva furtivamente ingoiato il gioiello, lo rigetta, ecco che per farsi perdonare Paulette decide di cucinare alla figlia il suo piatto preferito: il pollo ai peperoni. Per inciso, l’ultima ricetta cucinatale dal babbo Giulio prima della prematura scomparsa (appare solo nei ricordi di Linda ed essendo italiano è doppiato già in originale da Pietro Sermonti). Il problema, però, è che Parigi è attanagliata da uno sciopero generale, i negozi hanno tutti chiuso le serrande e trovare gli ingredienti con cui preparare la prelibatezza è un’ardua fatica. Non resta che ingegnarsi e magari provare persino a rubare un pollo di nascosto…
La vicenda di Linda e il pollo (premiato ad Annecy e da noi visto per la prima volta al Torino Film Festival) è in fondo quasi tutta qui. È una traccia o un pretesto, a seconda dei punti di vista. Di certo, il secondo lungometraggio dell’animatore Sébastien Laudenbach dopo La fanciulla senza mani (tratto dai Grimm, da noi è transitato in streaming con proditoria fuggevolezza), realizzato insieme alla compagna (di lavoro e di vita) Chiara Malta, è una tranche de vie che rinuncia a ogni motivo narrativo ornamentale. Piuttosto, suo interesse è trovare un’armonia segreta fra gli aspetti del racconto, fra i personaggi, fra i legami che uniscono un’immagine all’altra e fra le connessioni dei singoli elementi del quadro (termine non casuale, data la sensibilità neo-pittorica dei due autori).
Mescolando il fantastico e il quotidiano, da una parte rendendo tangibile il caos parigino e dall’altra evocando sensazioni e sentimenti attraverso il semplice uso del colore (tant’è che la silhouette di ogni personaggio è interamente caratterizzata da una singola tonalità), Laudenbach e Malta danno vita a una peculiare forma d’animazione che sembra danzare tra il reale e l’astratto. Lo stile ricorda in fondo le pennellate rapide e dinamiche della pittura impressionista, le forme non sono mai pienamente nitide o perfettamente definite, la vaghezza delle linee crea una percezione di fluidità che trasmette un senso di trasformazione continua. Un modo tutto sommato efficace per raccontare una piccola favola imperniata sul tema dell’infanzia rubata, proprio perché replica il vitalismo disordinato di un’età di transizione. Come faceva (con ben altra complessità, va detto) un altro e coevo film francese d’animazione, Le avventure del piccolo Nicolas di Amandine Fredon e Benjamin Massoubre. O, per rimanere in ambito transalpino, un bel romanzo – purtroppo da noi inedito – come Le Père et l’enfant se portent bien di Pauline Dreyfus (mentre il legame tra cibo e ricordi non autorizza certo a proporre filiazioni, per quanto automatiche, col troppo spesso citato a sproposito Proust).
Se i temi convocati sono tutti estremamente complessi (la morte, l’elaborazione del lutto, il rapporto tra genitori e figli, l’identità e la ricerca del sé, la crescita e l’accettazione, persino la solidarietà comunitaria e – per traslato – il senso di emarginazione che un mondo sempre chiuso in se stesso trasmette a coloro che vi abitano), il film è però ritmato dal passo di una commedia a cui non sono estranee parentesi musicali ed è fortunatamente animato dal sacro fuoco della brevità. Con il rischio, tuttavia, che la progressione di calamità e disastri della seconda parte (un omaggio più al geniale e sottostimato Tati di Monsieur Hulot nel caos del traffico che ai chase di Buster Keaton e dei Keystone Cops) finisca per soffocare lo strepitoso incanto lirico dei primi minuti e che il film, stante l’alibi dell’euforia poetica, venga scambiato per ciò che non è: un capolavoro.
Un'adorabile mamma, Paulette, si sente in colpa per aver messo ingiustamente in punizione sua figlia Linda e farebbe di tutto per farsi perdonare, quindi le promette di farle il pollo con i peperoni per cena anche se lei non sa cucinare. Ma trovare un pollo per Linda e la madre non sarà facile...