Manipolazione genetica. Prendi un po' di nostalgia jurassica degli anni '90 e la incastri al mito rinato di Godzilla, poi aggiungi il teen movie ottantesco e una voglia di Harrison Ford, pezzi di azione ma anche di commedia (giustapposti a caso), avventura ed emozioni (pochine), brandelli horror e attrazioni da parco digitale under 12, sentimenti animalisti e sentimenti antimilitaristi.
Il risultato assomiglia all'Indominus Rex generato dai genetisti del film: insipido. Alzi la mano chi si è innamorato della Bestia. E quando la Bestia non ti attrae e non ti spaventa, la tensione evapora e il piacere si dilegua. Chi mai potrebbe appassionarsi alle vicende dei fratellini uniti dalla disgrazia? A chi interessa la storia d'amore tra la gelida, efficiente, liberista Bryce Dallas Howard e il maschio alfa Chris Patt (unica nota felice del film), che aggiorna la fenomenologia del macho, sudato quanto basta ma dotato di una spiccata sensibilità femminile?
Il progetto di John Hammond è tornato a rifiorire a Isla Nublar, la gente fa la fila per visitare il Jurassic World, ma servono sempre nuove attrazioni, anche per attirare nuove sponsorizzazioni (per non parlare degli sponsor occulti, tipo quelli che vorrebbero utilizzare i dinosauri in guerra). L'ultimo prodotto della manipolazione genetica, però, sfugge di mano agli avidi umani e (in)naturalmente fa una strage, scatenando il finimondo.
Gli spunti ci sarebbero, se il film avesse il coraggio di esplorare fino in fondo l'intreccio fra i dualismi che lo attraversano: quello tematico tra natura e tecnica (con il “maschile” e il “femminile” che si scambiano le parti) e quello cinematografico tra analogico e digitale (ciò che ha una sua consistenza reale e ciò che è solo finzione virtuale). Ma Colin Trevorrow si accontenta di accompagnare l'ibrido verso la meta, montando insieme i pezzi (più che una regia è un'opera di bricolage), perdendo di vista il dna spielberghiano (quello che, tanto per dirne una, era stato resuscitato dal J.J.Abrams di Super 8), accontentandosi di evocare invece di reinventare (come ad esempio ha appena fatto George Miller col suo rinato Mad Max).
Sceneggiatura non pervenuta.
Benvenuti a Jurassic World. Ventidue anni fa, il dr. John Hammond ha fatto un sogno: un parco a tema dove i visitatori di tutto il mondo potessero fare esperienza dell’emozione e del brivido di vedere dei veri dinosauri. Oggi il suo sogno è finalmente diventato realtà.