«I viaggi con i cammelli non iniziano e non finiscono, semplicemente cambiano forma».
Si chiude con una citazione della stessa Robyn Davidson, Tracks di John Curran, film che racconta il viaggio da lei intrapreso nel 1977.
La pellicola ricostruisce l’incredibile impresa - 2.700 chilometri percorsi nell’inospitale entroterra australiano, in compagnia di un cane e di quattro cammelli - descritta dalla stessa Davidson nel suo bestseller dal titolo omonimo.
Sorta di (piccolo) Into the Wild al femminile, Tracks è una pellicola che fatica enormemente a coinvolgere lo spettatore: incapace di approfondire adeguatamente lo spirito della protagonista e le motivazioni che l’hanno portata a una tale scelta, il film si blocca spesso su un piano meramente illustrativo, in cui il paesaggio australiano, più che apparire selvaggio e primordiale, rimane una semplice cartolina sullo sfondo.
A differenza del personaggio in scena, John Curran è spesso indeciso su quale sia la giusta strada da prendere, se quella dell’avventuroso road movie di formazione o quella di un dramma esistenziale con al centro una solitudine come tante.
Un difetto comune all’intera carriera del regista americano, qui al suo quinto lungometraggio, che, dopo il toccante I giochi dei grandi (2004), ha perso la bussola tra stucchevoli melodrammi (Il velo dipinto del 2006) e thriller a bassa tensione (Stone del 2010).
Se Curran non fa altro che mettere in scena, con poca personalità, lo script dell’esordiente Marion Nelson, un discorso a parte merita una sempre più brava Mia Wasikowska che permette al film di non affondare del tutto.
Dopo le recenti, ottime, performance in Stoker di Park Chan-wook e Only Lovers Left Alive di Jim Jarmusch, visto all’ultimo Festival di Cannes, l’attrice australiana si dimostra pienamente a suo agio, in parte e senza alcun calo per tutti i 110 minuti di durata, in un film che si regge soltanto sulle sue spalle: non a caso, molto più della macchina da presa, riesce magnificamente a trasmettere, con pochi sguardi e ancor meno parole, la potenza sublime del paesaggio circostante. In lizza per la Coppa Volpi? Di sicuro, una valida candidatura.
Il film narra la vera storia di Robyn Davidson, una scrittrice australiana che nel 1977 intraprende un viaggio lungo 2700 Km da Alice Springs fino al mare, attraverso lo sterminato bush australiano. Ad accompagnarla nei nove mesi di viaggio, soltanto quattro cammelli e il fedele cane.