Infinite strade drittissime, fari di macchine, cieli plumbei in attesa del nulla, nessuna umanità, binari, acciaio e rame abbandonati: i primi luminosi istanti di Lo Sciacallo, esordio alla regia dello sceneggiatore Dan Gilroy (The Bourne Legacy), guidano in una galleria contemporanea di quadri, murales e silenzio, immagini perfette di desolazione ritagliata nelle inquadrature. Poi il montaggio, l’inoltro nel notturno, il museo diventa un labirinto ed è l’inizio.
Appare, inquietante e deforme, la sagoma di Louis Bloom (incarnata magistralmente da Jake Gyllenhaal) intento a vendere i suoi furti in cambio di lavoro. Come un Giovane Favoloso dell’America d’oggi, si muove a piccoli passi attenti, fagocita il vuoto con uno sguardo alienato, nutre le sue rime attraverso ricerche Google, sciorina aforismi che sembrano rubati direttamente dalle brochure motivatrici delle aziende di lavoro interinale. Video Production News, agenzia per la vendita di immagini raccolte tra i luoghi sanguinolenti di Delitti e Segreti, da vendere porta a porta a chi vuole accaparrarsi l’esclusiva.
Bloom si inoltra nella costruzione di sé, della sua impresa, e il suo Meridiano di operette poco morali e pensieri sconvolge il mercato dei media, pronti ad accaparrarsi ogni suo servizio.
La prima parte del film, totale notturno, indaga al microscopio l’ascesa professionale del protagonista, ispeziona le espressioni del suo volto e del suo movimento, bagnando di luci teatrali il suo tratto più nascosto, più perverso. Come una cavia da laboratorio, Bloom rifugge l’empatia e si presta repellente all’osservazione, lui che dietro la sua telecamera è osservatore al quadrato di una realtà che è interessante solo quando mostra al quadrato quello che nessuno vuol vedere ma tutti vogliono guardare.
La seconda parte alimenta la trama con i toni sofisticati un thriller mai scontato e sempre efficace, che forse indugia un po’ troppo sulla silhouette psicologica del protagonista, ma mantiene un ritmo incalzante e non invadente, impreziosito da immagini sempre ben costruite, spettrali e incandescenti: strade drittissime, fari di macchine, pupazzi giganti in attesa del vento. Gli occhi di Bloom obliqui e ardenti. E i nostri dietro i suoi, bramosi d’umanità.
Lou non riesce a trovare lavoro. Un giorno assiste per caso a un incidente stradale e ha un' illuminazione: si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi. La sua scalata al successo lo rende sempre più spietato finchè, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l'arresto di due assassini...