Frances Ha è in ritardo.
Lo è talmente tanto che – in uno strano gioco di specchi tra produzione e distribuzione – persino il film a lei dedicato arriva sui nostri schermi due anni dopo. Quasi fuori tempo massimo, proprio come il personaggio del titolo, che gravita in un mondo newyorchese pieno di gente che, sia pure a fatica, trova la sua strada, sentimentale e professionale.
Invece Frances no, se ne sta lì impalata in mezzo ad un’età – tardi venti, primi trenta – dove la voglia di prendere una direzione è inversamente proporzionale alle opportunità di farlo. L’inconcludenza è, al cinema, in assoluto uno dei temi più difficili da raccontare, poiché l’argomento quasi sempre finisce per mangiare l’anima, oltre che al personaggio, anche al film.
Ma regista e protagonista – che scrivono insieme il copione – sanno come e dove guardare: lavorano di ellissi, sparpagliano sulla superficie del film una miriade di piccoli frammenti esistenziali capaci di raccontare con mirabile concisione la tenerezza di un rimpianto e il barlume di una gioia, soprattutto la fatica nello schivare tutti i giorni gli spifferi gelidi della solitudine e della nullatenenza.
Frances gira su se stessa, nel senso letterale (fa la danzatrice) e figurato del termine; ma dentro i cerchi che disegna col corpo e con l’ anima ritroviamo qualcosa di magico e struggente, una fragilità che lascia il segno, sempre in bilico tra la disperazione e l’istinto di sopravvivenza.
Dopo due film prolissi e logorroici (Il calamaro e la balena e Greenberg), Baumbach scopre quanto possa essere eloquente il silenzio, se lo si spalma sulle immagini giuste. Vedere per credere la sequenza del weekend parigino, uno dei migliori momenti di cinema dell’anno, perfetto nella scelta dei dettagli: alzi la mano chi non lo ha fatto un viaggio così, dove l’unica bellezza è quella del ritorno...
Frances vive a New York, ma non ha un vero e proprio appartamento. E’ un’aspirante ballerina, ma non fa veramente parte della compagnia con cui danza. La sua migliore amica Sophie è per lei un’altra se stessa con capelli differenti. Ma quando Sophie conosce Patch e si trasferisce da lui, Frances deve imparare a badare a se stessa. Frances si butta a capofitto nei suoi sogni, anche se le loro possibilità di realizzarsi diminuiscono. Frances vuole molto di più di quello che ha, ma vive la sua vita con un’incalcolabile gioia e leggerezza.