La Vendée Globe è una regata intorno al mondo condotta in solitario, senza possibilità di assistenza esterna. Yann (François Cluzet) ha l’occasione di parteciparvi quando l’amico Franck (Guillaume Canet), in seguito a un infortunio, gli affida la barca. All’inizio tutto va per il meglio: Yann è subito in testa. Ma la sosta forzata lungo le coste delle Canarie per la riparazione del timone danneggiato provoca qualcosa di inaspettato: sulla barca si nasconde un ragazzino della Mauritania che vuole arrivare in Francia per curare la sua malattia.
Nelle intenzioni, In solitario sembra voler tenere insieme due progetti di film. Da un lato, la fiaba umanistica sugli esclusi che bussano alle nostre porte (lo spunto – ma solo lo spunto – può far venire alla mente Welcome e/o Miracolo a Le Havre). Dall’altro, il cinema sportivo che si pone la sfida di riprese in condizioni difficili (in questo caso su una barca a vela lanciata a gran velocità tra le onde dell’oceano).
Il risultato è un film ruffiano, fatto di buoni sentimenti e di tramonti (ma anche di product placement). Di canzoni tappabuchi e di belle riprese acquatiche (Offenstein, al suo esordio da regista, viene dal lavoro come operatore).
La storia e la definizione dei personaggi sono quanto mai elementari, per non dire sommari: la gara non è utilizzata per creare vera suspense (niente recuperi mozzafiato: sono le sovrimpressioni che, ogni tanto, ci informano che Yann ha recuperato qualche posizione) e i cambiamenti dei personaggi sono altrettanto repentini e privi di elaborazione (la figlia di Yann passa dalla musoneria all’affetto nei confronti della fidanzata di papà come se niente fosse).
È un film destinato al pubblico infantile – gli adulti-accompagnatori, cullati dalle onde, possono nel frattempo anche schiacciare un pisolino (tutto va come si pensa debba andare). Ricorda certi film edificanti che si vedevano una volta al cinema dell’oratorio, anche se, a differenza della maggior parte di questi, In solitario si caratterizza per l’assenza di personaggi “cattivi” (che so? Un concorrente sleale o dei giudici di gara troppo formali).
Yann Kermadec vede realizzarsi il suo sogno quando inaspettatamente viene chiamato a sostituire l'amico Franck Drevil alla partenza della Vendée Globe, il giro del mondo in barca a vela in solitario. È animato da un furioso desiderio di vincere ma, in piena gara, scopre a bordo la presenza di un giovane passeggero che rimetterà tutto in discussione.