Robert Guédiguian

La gazza ladra

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Maria è una donna matura che si occupa di persone più anziane di lei. Alcuni la definirebbero badante, ma le sue modalità comportamentali guardano altrove: è una compagna, una confidente, una cuoca, persino un’amica in caso di necessità. Maria è sempre sorridente, affronta la sua vita a tratti faticosa con una serenità che salta agli occhi, con un’incrollabile fiducia nel presente più che nel futuro, nella benevolenza del destino più che nella razionalità del quotidiano. Maria è di certo una donna del popolo ma che non disdegna piaceri – come troppo spesso troviamo nella narrazione standardizzata delle classi che si vorrebbero subalterne anche nei desideri – che nell’immaginario sconfinano nel lusso. Quando compra i filetti di spigola per il più affezionato dei suoi pazienti/datori di lavoro, Robert Moreau, si fa mettere da parte una dozzina di ostriche che gusta con piacere sotto il caldo sole di Marsiglia. Ma i soli peccati di gola non bastano a essere felici, a solidificare una realizzazione intima e completa. Maria ha una figlia, Jennifer, cassiera al supermercato e sposata con il camionista Kevin, e un nipote adorato, Nicolas. Il ragazzino suona il pianoforte e Maria è convinta che, con le lezioni appropriate e con il giusto maestro, possa vincere un importante concorso e trovare in quello la strada per il futuro. Il suo progetto non è contemplabile per le possibilità economiche della famiglia, ma Maria non è donna che si scoraggia: con un inganno diluito dalla sfacciata dolcezza – dalla semplicità e concretezza del suo fine – inizia, come la gazza rossiniana, a rubare qualche soldo ai “suoi” anziani, arriva a far recapitare un pianoforte a casa di Nicolas riciclando gli assegni che Moreau le dava per le spese quotidiane. Senza volerlo, con una delicata trasparenza, cerca la felicità per chi ama senza rendersi conto dell’eventuale dolo. O, forse, semplicemente minimizzandolo perché ai suoi occhi quelle marachelle non comportano l’infelicità di nessuno, permettendo invece quella dei suoi cari.

Robert Guédiguian disegna con La gazza ladra un’ulteriore pagina del suo catalogo di operette morali ambientate nel quartiere marsigliese de L’Estaque. Nei film di Guédiguian, ormai variazioni su un ristretto ventaglio di temi umani e umanisti, riconoscibili e per questo incisivi, rassicuranti senza perdere profondità, si incontrano sempre gli stessi luoghi e le stesse facce – quasi ci si scorda che siano attori – ormai familiari: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet e molti altri. Questo cinema artigianale e personale, fatto tra amici, intimo oltre la finzione cinematografica, aiuta a rendere fluido l’impatto emotivo che porta e provoca, sia quando si esplicita con sfumature più tragiche e politiche (come in La villa o Gloria Mundi) sia quando il discorso engagée si tinge di tonalità più sfumate e sentimentali, immerse in storie private di gente comune dal cuore grande e dagli incrollabili desideri come in E la festa continua! o in questo ultimo lavoro. Forse è vero che Guédiguian fa ormai sempre lo stesso film, ma questa decisione appare perfettamente consapevole: il modo più diretto e sincero per costruire un percorso, per articolare un discorso – ancora: personale e politico – che non corra il rischio di essere frainteso.

Maria, la gazza ladra, non si dichiara innocente, si dispiace certo di avere causato dei problemi a chi le è vicino, ma non è pentita (ché il pentimento è forse un sentimento troppo borghese) perché i suoi furti erano fatti in nome di una felicità, di una speranza, dell’ipotesi di un futuro migliore. Maria non è un’ingenua ma non vuole rinunciare a una sua piccola utopia. E, come in una favola, a sciogliere i nodi e a sollevarla dalle colpe non sarà un intervento dall’alto (che sia quello di un Dio o di una legge terrena) ma una catena di umanissimi atti d’amore. Un cinema utopistico, programmatico nella sua naturalezza, di cui abbiamo tremendamente bisogno.


 

La gazza ladra
Francia, 2024, 101'
Titolo originale:
La pie voleuse
Regia:
Robert Guédiguian
Sceneggiatura:
Robert Guédiguian, Serge Valletti
Fotografia:
Pierre Milon
Montaggio:
Bernard Sasia
Musica:
Michel Petrossian
Cast:
Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Grégoire Leprince-Ringuet, Marilou Aussilloux, Lola Naymark, Robinson Stévenin, Thorvald Sondergaard
Produzione:
Agat Films & Cie, Canal+
Distribuzione:
Officine Ubu

Una badante ruba i soldi ai suoi assistiti per aiutare il nipote. Quando viene scoperta si genererà il caos.

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