Rob Letterman

Viaggio nell'immaginario dell'horror

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Creata negli anni Novanta dallo scrittore americano R.L. Stine, Piccoli brividi è una popolarissima serie di romanzi per ragazzi. Un successo editoriale che deve la propria riuscita a una formula tanto semplice quanto efficace: rivisitare i luoghi comuni dell’horror a uso e consumo del pubblico più giovane sfruttando l’aura mai sopita dell’insolito e del gotico e senza dimenticare il proprio target di riferimento.

Non si parla ovviamente di alta letteratura, così come – nel caso del film – è bene tenere a bada qualsiasi iperbole critica. Eppure Stine ha sempre dimostrato un rispetto invidiabile nei confronti della materia trattata, utilizzando la figura del mostro classico (declinato in tutte le sue possibili forme) come strumento irrinunciabile attraverso il quale dar forma al percorso di formazione dei suoi giovani protagonisti.

Il film di Rob Letterman non è l’adattamento di nessuno dei volumi di Stine (ottantasette in tutto, dal 1992 al 1999), ma inserisce l’immaginario dello scrittore all’interno del mondo reale. Jack Black interpreta Stine stesso, autore alle prese con una maledizione che lo tormenta sin dalla giovinezza: tutto ciò che la sua fantasia partorisce prende pericolosamente vita e genera creature in carne ed ossa che possono essere intrappolate solamente dentro le pagine dei manoscritti.

Da questa premessa, il soggetto degli specialisti Scott Alexander e Larry Karaszewski intraprende un vero e proprio viaggio attraverso l’immaginario orrorifico; viaggio che non può che concludersi in un Luna Park dimesso e abbandonato, citando esplicitamente il cinema dei mostri classici e quello sci-fi anni Cinquanta (soprattutto The Blob, ma anche Gordon Douglas e Jack Arnold), Joe Dante e il classico Scuola di mostri di Fred Dekker.

La cinefilia è però tenuta a bada dall’ironia, e alla fine Piccoli brividi non è nulla più di ciò che vuole essere: un film per ragazzi (perché no?) sull’importanza delle storie e della fantasia. E anche, volendo, un film sulla necessità di saper mettere da parte la finzione e cominciare ad affrontare la vita reale.

Come in certo cinema fantastico anni Ottanta, lo stupore e la meraviglia per i mostri che accompagnano la crescita è vero e autentico. E se film e racconti sull’argomento sono ormai infiniti, Letterman riesce a lavorare sull’immaginario come su un universo in continua espansione, fedele a se stesso eppure in grado di raccontarci qualcosa di nuovo.

Piccoli brividi
USA, Australia, 2015, 103'
Titolo originale:
Goosebumps
Regia:
Rob Letterman
Sceneggiatura:
Darren Lemke, da un soggetto di Larry Karaszewski e Scott Alexander, ispirato al romanzo omonimo di R.L. Stine
Fotografia:
Javier Aguirresarobe
Montaggio:
Jim May
Musica:
Danny Elfman
Cast:
Jack Black, Dylan Minnette, Odeya Rush, Ryan Lee, Amy Ryan, Jillian Bell, Halston Sage, Steven Krueger, Keith Arthur Bolden, Amanda Lund
Produzione:
Bill Bannerman, Greg Basser, Greg Baxter, Bruce Berman, Deborah Forte, Tania Landau, Neal H. Moritz, Ben Waisbren
Distribuzione:
Warner Bros. Italia, Ben Waisbren

Costretto a seguire la madre nei suoi spostamenti, l'adolescente Zach mal sopporta la nuova città di provincia dove è andatao ad abitare. Fortuna che un giorno incontra Hannah, sua coetanea e vicina di casa, e se ne invaghisce. Zach si convince inoltre che la ragazza sia vittima del padre, uomo rude e minaccioso. La sera del ballo scolastico Zach medita di salvare eroicamente la ragazza. Peccato, però, che il padre di Hannah non sia altro che R. L. Stein, prolifico e celebre autore di storie da brivido, e che le creature della sua immaginazione decidano di prendere vita proprio quella sera e di invadere le strade della città.

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