Philippe Lefebvre (classe 1941) avvia la sua carriera alla fine degli anni Sessanta come aiuto-regista per diversi autori, tra cui Pierre Granier-Deferre (L'evaso, 1971), Marco Ferreri (La cagna, 1972), José Giovanni (Il clan dei marsigliesi, 1972) e Jacques Deray (Borsalino & Co., 1974).
Esordisce nella regia dieci anni più tardi, realizzando numerosi film-tv ed episodi per serie televisive, quindi si mette in luce per un certo vigore narrativo dirigendo due apprezzati lungometraggi cinematografici, Il giudice (Le Juge, 1984, edito in Italia solo in Tv) e Le Transfuge (1985). Ma l'insuccesso commerciale di quest’ultimo probabilmente lo induce a riprendere la via del piccolo schermo.
Una notte (Un Nuit, 2012) segna il suo ritorno al grande schermo dopo ventisette anni con un prodotto di buona fattura che riprende lo stile del noir francese moderno, adattandolo alla realtà contemporanea.
La scarsa originalità del soggetto, imperniato sull'indagine del comandante della buoncostume parigina Simon Weiss su un giro di droga che ha coinvolto il figlio di un amico, proprietario di dieci locali in città, non rende merito al film, i cui punti di forza si rivelano invece l'ambientazione e il protagonista, fusi in un unicum concettuale che diventa chiave di lettura della pellicola.
La Parigi notturna, dove “la vita è al rovescio” rispetto al giorno, diventa qui specchio di se stessa. Come in un'immagine ribaltata, è di notte che i vizi minanti l'apparente ordine diurno vengono alla luce portando con sé un universo putrido e sbandato fatto di sesso, stupefacenti e corruzione. E in questo ambiente si muove il poliziotto, ammanicato con la cricca locale che su essa domina sfruttando la propria posizione, usando spesso modi non convenzionali pur di raggiungere i suoi obiettivi.
A cavallo tra Callaghan e Marlowe, Weiss – che i tratti somatici duri e scavati di Roschdy Zem caratterizzano anche a livello visivo con un naturale quanto efficace vissuto – si rivela dunque non migliore della feccia che combatte: in definitiva ne è - o meglio, ne è diventato - parte. Come egli stesso confessa all'agente della disciplinare a cui si troverà a dover rendere conto “non sono pericoloso, lo è il mio mestiere”.
Lefebvre non propone soluzioni. Il disagio che denuncia, la cui vittima è allo stesso tempo causa, diventa riflessione amara su una società che guardando più ai propri interessi che al bene collettivo, isola i suoi membri rendendoli riproduzioni in scala ridotta di sé. Un circuito da cui difficilmente si esce indenni, casti, puri.
Una notte (Un Nuit, 2012, 100') trasmesso da Rai4, DVD italiano distribuito da PFA.