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L'ultima immagine pubblica, recentissima, è straordinaria e rende al meglio l'idea della tempra, della determinazione e della positività di Vanessa Redgrave, regina del cinema inglese, icona del free cinema, protagonista assoluta del cinema dai '60 a oggi. Che il TFF e tutta la città di Torino onora e festeggia adeguatamente con il Premio Stella della Mole. Ottantottenne, in sedia a rotelle ma col viso sempre nobile e bellissimo, viene fotografata in una manifestazione “rumorosa”, con tanto di pentola e mestolo, per protestare e attirare l'attenzione pubblica e dei potenti (cioè coloro che possono) sull'assedio per fame che sta subendo la popolazione palestinese a Gaza.

Di fatto, potremmo descrivere la vita di Miss Redgrave lungo i tre binari che ha percorso con meravigliosa coerenza.

Innanzitutto la sua vita di attrice, figlia d'arte di Michael e Rachel Kimpson, nonché sorella di Lynn e Corin; dopo luminosi esordi nel teatro shakespeariano, viene scoperta e proiettata nell'empireo delle personalità che contano da Morgan matto da legare (1966) di Karel Reisz (1966), Un uomo per tutte le stagioni di Fred Zinnemann (1966) e Blow Up (1966) di Michelangelo Antonioni. Basterebbe già questo trittico per darle giusto rilievo nelle biografie cinematografiche, comunque aggiungiamoci l'Oscar stravinto per Julia nel 1977 (più una Coppa Volpi nel 1994 per Little Odessa di James Gray e un Leone d'Oro alla carriera nel 2018, due golden Globe e un premio a Cannes per il citato Morgan) e non sbagliamo più. Qui di sfuggita citeremo peraltro solo alcune altre perle di una collana straordinaria di titoli, quasi novanta: I 600 di Balaklava (1968) di Tony Richardson, Isadora (1968) di Karel Reisz, I diavoli (1971) di Ken Russell, La vacanza (1971) di Tinto Brass, Yankees (1979) di John Schlesinger, I bostoniani (1984) di James Ivory, La promessa (2001) di Sean Penn..

Proseguendo, passiamo alla sua vita di militante politica attiva e appassionatamente lucida: dai cortei Sessantottini per la pace in Vietnam al suo impegno continuo dalla metà degli anni '70 a fianco dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, al suo esordio nella regia con Sea Sorrow (2017) sui migranti asserragliati a Calais e in attesa di trovare il modo per salpare verso la Gran Bretagna.

Infine, last but not least, la sua vita privata e di star. Prima moglie di Tony Richardson con cui ebbe le figlie, anche loro attrici di talento, Natasha – moglie di Liam Neeson dolorosamente scomparsa per un incidente sugli sci – e Joely, poi con la sua lunga, magari a intermittenza – nel 1971 iniziò una lunga relazione con Timothy Dalton – storia d'amore con Franco Nero conosciuto sul set di Camelot (1967) di Joshua Logan e approdata al matrimonio nel 2006, da cui ha avuto il figlio Carlo.

Ecco, il TFF celebra Vanessa Redgrave anche proiettando la sua ultima interpretazione cinematografica, in anteprima mondiale, accanto proprio a Franco Nero, il thriller The Estate, diretto, prodotto e sceneggiato dal figlio Carlo. Ambientato nella campagna inglese, il film racconta degli sforzi degli aristocratici Wellsley nella loro tenuta di campagna per sopravvivere economicamente e salvaguardare la loro antichissima magione, assediati dai debiti. E quando si tratta di “lotta per la sopravvivenza” tutto è permesso. O no?