David F. Sandberg

Annabelle 2: Creation

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Annabelle 2: Creation, secondo film di David F. Sandberg (già autore del diseguale Lights Out), ruota attorno ai concetti di “vintage” e “universo”. L’intera saga Warner in buona parte prodotta e diretta da James Wan, iniziata con The Conjuring e lo spin-off Annabelle, e proseguita con i relativi sequel e prequel The Conjuring - Il caso Enfield e per l’appunto questo Creation, fa del “recupero” uno dei propri punti di forza, a partire dal fatto che ogni film è sempre collocato nel passato, nel tempo del suo racconto: prendendo avvio da fatti realmente accaduti, inventa le storie immergendole direttamente nel loro corretto tempo storico. Non sarà un caso che la recente risposta Universal sullo spiritismo, Ouija, non manca, nel suo sequel, di ricalcare la scelta dell’ambientazione d’antan, con il fascino che ne deriva.

In quel caso il vintage si fa “grammaticale” fin nelle scelte più insospettabili: il logo della produzione in apertura, ad esempio, riprende il modello degli anni ’70 e nel corso film si ricorre addirittura a due inquadrature split-diopter, magnificamente demodé.

Anche il primo Annabelle condivide questo idea di mimetismo, per quanto in modo meno letterale: sono infatti sufficienti uno split-diopter ed un uso abbastanza accorto dello zoom per sentire il profumo dei tempi andati. Annabelle 2 ha una regia più rivolta al contemporaneo e le ormai consuete tracce vintage relegate alla narrazione: una casa isolata, ad esempio, fatiscente a un primo sguardo, ed adibita a orfanotrofio dopo un orribile fattaccio; un pozzo in mezzo al nulla che può nascondere misteri; una donna, sempre allettata e chiusa in una stanza, con il viso in parte coperto da una maschera di porcellana, come il volto d’una bambola; una tetra camera dei giochi in cui campeggia un’enorme, realistica casa delle bambole; uno spaventapasseri dalle fattezze vagamente umane, che sembra sempre sul punto di prendere vita…

C’è, insomma, un sentore di cinema di serie B, forse addirittura un retrogusto di horror gotico italiano. Un apparato di suggestioni indirette, anzi di bisbigli che parlano in verità a gran voce a ogni appassionato del genere. Un apparato tanto forte che finisce per soffocare con il proprio rigoglio figurativo gli elementi chiave del racconto, come la spaventosa bambola che un po’ volta perde di intensità e suggestione.

Forse anche per questo – e a causa di un racconto non particolarmente innovativo e nemmeno tanto spaventoso – finisce per disperdere nella seconda parte il fascino dell’avvio. Se non fosse che anche Annabelle 2 dimostra una tendenza tipica del genere a creare attorno ai propri elementi distintivi (personaggi ricorrenti, temi) un “sistema”, un vero e proprio universo in nuce, una trama non fitta ma funzionale di interconnessioni e frequenti riferimenti incrociati. Una manna, insomma, per coloro che conoscono i precedenti capitoli e finiscono per riconoscere un mondo a suo modo coerente, per quanto avulso dalla più banale logica della sequenzialità.

Non stupisce che il film si chiuda con la (bellissima) sequenza d’avvio del primo Annabelle e che il racconto sia disseminato di omaggi verso gli altri titoli della serie Conjuring. La progressiva costruzione di una robusta rete di corrispondenze oscura in parte le debolezze dei singoli film, mostrando la tenuta complessiva del generale e la compattezza di un sistema che nel bene e nel male sembra avere sempre qualcosa di nuovo da raccontare. E per una volta, forse, non si ha la sensazione di assistere al solito sequel o prequel di una saga nota…

Annabelle 2: Creation
Usa, 2017, 109'
Titolo originale:
Annabelle: Creation
Regia:
David F. Sandberg
Sceneggiatura:
Gary Dauberman
Fotografia:
Maxime Alexandre
Montaggio:
Michel Aller
Musica:
Benjamin Wallfisch
Cast:
Adam Bartley, Alicia Vela-Bailey, Anthony LaPaglia, Lulu Wilson, Miranda Otto, Stephanie Sigman
Produzione:
Atomic Monster, New Line Cinema
Distribuzione:
Warner Bros.

Dopo che il loro istituto è andato distrutto, un gruppo di orfanelle viene accolto nell'imponente casa coloniale di un fabbricante di bambole. Entusiaste di abitare in un "castello" grande come quello delle favole, le bambine si imbattono in una porta chiusa a chiave, che il padrone di casa si raccomanda di non varcare. Strani episodi si verificano nel cuore della notte, circostanze misteriose che rimandano alla tragica morte della figlia dei proprietari...

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