Per comprendere al meglio Ready Player One bisogna fare un passo indietro. Quello stesso passo indietro che James Halliday (Mark Rylance) suggerisce come indizio nascosto per superare il primo livello della sua strabiliante caccia al tesoro. Quel medesimo passo indietro che Steven Spielberg attua nei confronti dell’omonimo romanzo di Ernest Cline e, più in generale, nei confronti del suo stesso cinema.
Il regista di Cincinnati infatti prende sapientemente le distanze dal bestseller da cui è tratto il suo ultimo film, o meglio, lo tiene a distanza per poterlo modellare a piacimento. Cline ha firmato un lavoro completamente soggiogato dall’immaginario pop degli anni Ottanta (una materia che Spielberg ha contribuito a forgiare in prima persona). Eppure è palese come Spielberg abbia intenzione di superare lo spunto di partenza realizzando un film molto più dinamico e stringato del romanzo omonimo, meno legato alla parola e al gusto della citazione tout court.
Spielberg vede il progetto come l’occasione per restituire un omaggio al cinema. Ha sempre dimostrato di voler e saper giocare con le immagini, ne ha fatto un marchio di fabbrica. Ora inscena una caccia al tesoro dove, per antonomasia, si vince giocando. Qui risiede la chiave di lettura: Ready Player One è un gioco di specchi infinitesimale che andrebbe spogliato di qualsivoglia lettura sociale e/o moralista, andrebbe tenuto a distanza, indietro. Lasciamo perdere la critica ai social network, agli avatar informatici, alle connessioni collettive o all’importanza del reale. Giochiamo e basta.
Solo così ci si potrà abbandonare alla passione del suo autore. Che dopo aver contribuito a scolpire nell’immaginario collettivo i film e gli oggetti in cui Ready Player One è immerso, ora ammette di esserne talmente innamorato da volerli abitare anche come utente, come giocatore. Se la figura di James Halliday e quella di Parzival riescono, alla fine del percorso, a entrare in contatto e a comunicare a distanza, è proprio perché condividono il medesimo sguardo, la medesima verve di chi prima di tutto è attratto dal gioco, e poi vuole provare a imporne le regole. Esattamente come Spielberg, presente non solamente nei panni dell’ideatore di Oasis, ma anche in quelli del campione. È lui il Player del titolo, lui che si diverte a (ri)creare scenari immersivi in cui poter dare sfogo a tutta la sua fantasia, a un cinema digitale privo di limiti e tamarro al punto giusto. Regista e spettatore, creatore e giocatore, dominatore assoluto di un progetto ambizioso da un punto di vista visivo ma capace di racchiudere al suo interno tutto il cinema che lo ha forgiato (si inizia con l’aggiornamento di Hitchcock tramite le “finestre” dei camper incolonnati e si finisce con l’epico omaggio a Stanley Kubrick).
Ready Player One si nutre di cinema. È un film cannibale che trae giovamento proprio dai riferimenti più classici nei quali si divincola. Così, non può essere un caso che circa un anno dopo aver terminato le riprese di questo lavoro Spielberg abbia intrapreso la produzione di The Post (uscito in sala prima solamente per la lunga gestazione della postproduzione di Ready Player One). Un progetto più classico, più spoglio, più retrogrado: il passo indietro.
Forse è un po’ presto per dirlo, ma potrebbe essere finita l’era avanguardistica di un regista settantenne che si è accorto di non aver più motivo di continuare a spingere in avanti. Un autore soddisfatto e fiducioso che qualcuno prenda il suo posto per godersi la meritata età della malinconia dei ricordi. Ready Player One potrebbe essere l’ultima frontiera del cinema di Spielberg, ma chiaramente non il suo ultimo film. D’altronde stiamo parlando di un campione, e i campioni, si sa, non si arrendono mai al game over.
Nell'anno 2045 il mondo sta per collassare sull’orlo del caos. Le persone hanno trovato la salvezza in OASIS, un enorme universo di realtà virtuale creato dal brillante ed eccentrico James Halliday. A seguito della morte di Halliday, la sua immensa fortuna viene offerta in eredità a colui che per primo troverà un Easter Egg nascosto da qualche parte all’interno di OASIS, dando il via a una gara che coinvolgerà il mondo intero. Quando il giovane eroe Wade Watts deciderà di prendere parte alla gara, verrà coinvolto in una vertiginosa caccia al tesoro in questo fantastico universo fatto di misteri, scoperte sensazionali e pericoli.