Ruben Östlund

Triangle of Sadness

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Se vi piacciono i film misurati e compatti, Triangle of Sadness (Palma d'oro a Cannes 2022) non fa per voi. Squilibrato, esagerato, prolisso, come già il precedente, premiato The Square. Ma più di quest’ultimo, pieno di motivi interessanti, a partire da una riflessione, articolata e non banale, sul tema del denaro. Il dislivello della nostra società ha ispirato, negli ultimi anni, più di un cineasta, basti pensare ad opere come Parasite o Un altro mondo.

Il contributo all’argomento di Östlund passa attraverso la sua predilezione per la provocazione, le situazioni vagamente imbarazzanti, per i personaggi come per gli spettatori. Qualche volta a produrre il disagio sono i dialoghi, come quello iniziale, dove un ragazzo che ha pagato la cena alla fidanzata prova a chiedersi, e a chiederle, perché è così scontato che a tirare fuori la carta di credito sia sempre l’uomo. Ovviamente la discussione degenera in litigio, il che permette al regista di introdurre il tema centrale del film, nella fattispecie il condizionamento sociale determinato, sin nei rapporti di genere, dal denaro. In altre sequenze la dimensione provocatoria è  affidata alla presenza di corpi comici, ovvero eccessivi, quindi destinati a uscire fuori di sé: è il caso dell’episodio della crociera – la quintessenza di un mondo piramidale, con i ricchi (i passeggeri) in cima e i poveri, verrebbe da dire la servitù (camerieri, cuochi, ecc.), in fondo – che degenera in un’apoteosi finale di merda e vomito.

Östlund piace l’idea di ribaltare il mondo, di vedere capovolte le sue gerarchie economiche; alla malinconia di Brizé, a sua volta ossessionato da una visione marxista della società, sostituisce l’amore per la dissacrazione, lo sberleffo irriverente di chi, messo l’universo  a testa in giù , poi si diverte a guardare gli effetti. Esemplare al riguardo la parte conclusiva, ambientata su un’isola dove sono finiti i malcapitati superstiti della crociera. E dove va in scena il gioco della rivincita degli oppressi, della supremazia di chi le cose le sa fare su chi invece è sempre e solo stato abituato ad ordinare agli altri di farle. Anche in questo caso, in un contesto di irriverenza suprema, dove a prevalere è una ironia feroce, acida, soprattutto nel raccontare la sparizione del rapporto di solidarietà fra gli scampati al naufragio, corroso dalle dinamiche del potere. Si ride, durante la visione del film di Östlund, ma sono risate tutt’altro che liberatrici, la catarsi bloccata dalla consapevolezza che il mondo di Triangle, per quanto ritratto con note grottesche ed estreme, per quanto popolato da figure caricaturali, è pur sempre omologo al nostro: e in quanto tale, scandito sui tempi e i modi della ricchezza, dell’autorità e della sopraffazione.

Triangle of Sadness
Svezia/Germania/Francia/Regno Unito, 2022, 147 min
Titolo originale:
id.
Regia:
Ruben Östlund
Sceneggiatura:
Ruben Östlund
Fotografia:
Fredrik Wenzel
Montaggio:
Mikel Cee Karlsson, Ruben Östlund
Cast:
Thobias Thorwid, Harris Dickinson, Charlbi Dean, Jiannis Moustos, Vicki Berlin, Dolly De Leon, Timoleon Gketsos, Alicia Eriksson, Woody Harrelson, Zlatko Buric, Sunnyi Melles, Carolina Gynning, Iris Berben, Amanda Walker, Oliver Ford Davies, Ralph Schicha, Henrik Dorsin, Arvin Kananian, Mia Benson, Stefan Gödicke, Jean-Christophe Folly, Nana Manu, Nikolas Chalkiadakis, Camilla Läckberg, Hanna Oldenburg, Alex Schulman, Amanda Schulman, Mira Uszkureit, Elisabeth Falk
Produzione:
Imperative Entertainment, Film i Väst, BBC Film, 30West, Plattform Produktion, Essential Films, Coproduction Office, Sveriges Television, ZDF/Arte, arte France Cinéma, TRT Sinema
Distribuzione:
Teodora Film

Una coppia di modelli, Carl e Yaya, partecipa auna crociera di lusso insieme a un bizzarro gruppo di super ricchi e a un comandante con il debole per gli alcolici e Karl Marx. Tuttoall'inizio sembra piacevole e "instagrammabile", ma un evento catastroficotrasforma il viaggio in un'avventura in cui ogni gerarchia viene capovolta.

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