«Costruite legami» è l’invito che si legge sui muri della sede del gruppo Antifa al centro delle vicende di E domani il mondo intero. Il film di Julia von Heinz, presentato in concorso alla Mostra di Venezia e distribuito da Netflix, ragiona in tal senso sull’attivismo politico a partire dalle relazioni umane che lo dovrebbero fondare e sostenere. Ad accompagnare questo proposito è l’articolo 20 della Costituzione tedesca, che richiama esplicitamente i cittadini ad esercitare il proprio «diritto alla resistenza» contro chiunque miri a rovesciare l’ordinamento democratico dello Stato.
Vicinanza sociale e lotta politica, dunque, per cercare di preservare l’integrità statale dalla minaccia neonazista, un pericolo sempre più incombente e reale oggi in Germania. L’intento della regista tedesca (anche co-sceneggiatrice dell’opera insieme al marito John Quester) è quello di proporre un cinema militante che promuova la necessità di una resistenza civile contro l’emergere incessante di derive nazionaliste e di logiche sovraniste, affrontando però allo stesso tempo anche le contraddizioni e le opposizioni che si celano dietro all’attivismo Antifa.
Luisa, la giovane protagonista di E domani il mondo intero, incarna perfettamente questo contrasto politico e identitario. La ragazza, studentessa di legge, fugge dal proprio nucleo familiare conservatore e borghese per unirsi ad un gruppo antifascista locale. Già dalla prima manifestazione a cui partecipa, Luisa si trova di fronte ad una realtà differente rispetto a quella che aveva immaginato, un ambiente in cui la protesta pacifica spesso lascia spazio all’azione violenta. Julia von Heinz mette così in scena le tensioni interne del gruppo attraverso la storia individuale di Luisa, a sua volta in dubbio su quale sia il modo migliore per portare avanti le proprie convinzioni e idee.
L’indecisione politica di Luisa deriva principalmente dalle relazioni interpersonali che la ragazza coltiva nel corso del film, legami che finiscono per cambiarla in profondità. Von Heinz, infatti, lavora principalmente sulla costruzione dei rapporti tra la ragazza e gli altri membri del collettivo, dal pacifismo dell’amica Batte sino ad arrivare al radicalismo rappresentato invece dalla personalità ribelle e sovversiva di Alfa. Tuttavia, la dicotomia tra la questione politica e lo sviluppo del rapporto con l’alterità da parte della protagonista rischia di porre in secondo piano il discorso più strettamente legato all’attivismo, indebolendolo invece di sostenerlo.
E domani il mondo intero esaurisce l’impeto e la forza nei suoi intenti, non riuscendo a tramutarli adeguatamente in immagine cinematografica. Elementi come il triangolo amoroso tra Luisa, Alfa e Lenor o come il rapporto ambiguo e solamente accennato tra la ragazza e l’ex attivista Dietmar non bastano per fornire al film delle fondamenta solide per poter trattare di un argomento così complesso come quello che vorrebbe approfondire.
Il tormento individuale di Luisa, semplicemente, non è sufficiente e rischia quasi di banalizzare la questione politica soggiacente. Il problema del neonazismo, soprattutto, resta sullo sfondo per la maggior parte dell’opera, subentrando realmente solo nell’ultimo terzo. Ciò che davvero manca al film per poter ambire a qualcosa di più di un semplice racconto di formazione politica è l’intensità drammatica e la consapevolezza che per fare cinema ci sia bisogno di quel punctum nell’immagine filmica che sappia colpire e graffiare lo spettatore, specialmente quando si affrontano tematiche sociali importanti e attuali.
La Germania è scossa da una serie di violenti attacchi terroristici di stampo razzista. Luisa, vent’anni, si unisce a un gruppo dell’Antifa deciso a contrastare il movimento neo-Nazi in sommossa. Con le sue azioni temerarie, combatte non solo l’estrema destra ma cerca anche di fare colpo su Alfa, un attivista antifascista del quale è segretamente innamorata. Presto, la situazione si inasprisce e Luisa e i suoi amici devono affrontare la questione se la violenza possa essere una risposta politica legittima al fascismo e all’odio.