Gianfranco Rosi

In viaggio

film review top image

Gli stessi luoghi che Gianfranco Rosi ha raccontato in Fuocoammare e Notturno, Lampedusa, l'Iraq il Kurdistan, Papa Francesco li ha visitati tra il 2013 e il 2021. In nove anni di pontificato ha compiuto trentasette viaggi visitando cinquantatré Paesi. C’è una corrispondenza, un’urgenza comune, tra In Viaggio e Fuocoammare, una specie di simmetria che lega le parole del Papa sulla «globalizzazione dell’indifferenza» e l’apatia dello sguardo dell’occhio pigro di Samuele.

Rosi, il regista viandante, cineasta di una geografia delle frontiere e della distruzione, in questo caso si è fermato, saldo nella sala di montaggio con Fabrizio Federico (e non con il sodale Jacopo Quadri), seguendo gli spostamenti del Papa attraverso un immenso materiale di repertorio (quasi 800 ore ) setacciato con rigore. Alle immagini dell’Archivio Vaticano, sui primi dieci anni di pontificato, Rosi aggiunge diversi filmati – tra cui frammenti da Il Sicario, Fuocoammare, Notturno – e altri girati sempre da lui in Canada e a Malta.

Come se lo pedinasse, Rosi guarda cosa vede e ascolta cosa dice il pontefice, componendo una sorta di Via Crucis terrena, nella quale ogni Paese è una stazione e le tappe disegnano una mappa della condizione umana: la povertà, la natura, le migrazioni, la condanna di ogni guerra e la solidarietà. Lo spirito evangelico portato dal Papa diventa traccia tra le immagini d’archivio che diventano immagini politiche, portatrici di Storia e idee, che sia tra le favelas di Rio nel 2013, al Senato Usa (già  in Papa Francesco - Un uomo di parola di Wim Wenders), fra le strade di Cuba o in una moschea nella Repubblica Centrafricana nel 2015, fra i carcerati messicani nel 2016 o in Armenia, Israele, Emirati Arabi, Madagascar, Giappone e Canada. 

Rosi non segue un ordine cronologico, il tempo storico è diverso dal tempo del film. È una geografia dello sguardo quella dell’autore, che segue luoghi, e soprattutto corpi, volti, gesti di masse e individui, processioni di ultimi, dimenticati, carcerati, poveri, quelli che da sempre indaga con il suo cinema. Ma qui sembra prevalere l’aderenza all’immagine originaria e ai suoi aspetti referenziali; ne sono esempio i discorsi del Papa sulla carità, sulla povertà, sulla guerra e sulla pedofilia, già presenti negli Archivi Vaticani e nei filmati televisivi.La variazione di significato si manifesta piuttosto attraverso il montaggio, nella contraddizione ineluttabile tra le parole del pontefice e la sovrapposizione di materiali aggiunti che insieme negano e smentiscono ciò che il Papa dice. E qui il film perde di forza. Perché si appoggia a immagini troppo viste, immagini che ri-conosciamo con troppa immeddiatezza e che si indebiliscono nella loro prevedibilità.

Susan Sontag, nel libro Davanti al dolore degli altri, dichiara che «in un mondo saturo, anzi ipersaturo, di immagini diminuisce l’impatto di quelle che dovrebbero avere importanza: diventiamo insensibili», così «tali immagini non fanno che renderci meno capaci di partecipare, di avvertire il pungolo della coscienza». E In Viaggio manca forse un po' di questa sete di conoscenza. 

In viaggio
Italia, 2022, 80 min
Regia:
Gianfranco Rosi
Sceneggiatura:
Gianfranco Rosi
Montaggio:
Fabrizio Federico
Produzione:
Donatella Palermo, Gianfranco Rosi
Distribuzione:
01 Distribution

Nel 2013, appena eletto, Papa Francesco va a Lampedusa. Nel 2021 compie un importante viaggio in Medioriente, in Iraq e Kurdistan. Gli stessi luoghi che Gianfranco Rosi ha raccontato in Fuocoammare e Notturno. Papa Francesco in 9 anni di pontificato ha compiuto 37 viaggi visitando 59 paesi. Italia, Brasile, Cuba, Stati Uniti, il continente...

poster