Ninjababy è il secondo film della regista norvegese Yngvild Sve Flikke, una storia di formazione che si muove tra commedia e dramma mostrata dalla prospettiva unica della giovane protagonista. Lo spettatore vede l'intera storia filtrata dallo sguardo di Rakel, una aspirante fumettista amante della birra e del sesso, e di conseguenza agli eventi reali si aggiungono i pensieri del personaggio, manifestati attraverso l'uso di disegni, in particolare attraverso lo schizzo di un feto, che si fa portatore dei pensieri e delle paure di Rakel, una tecnica non del tutto originale, ma che conferisce al film una visione autoriale più forte rispetto ad altri dello stesso genere.
L'utilizzo di una tecnica mista e di una narratrice non interamente affidabile rendono la premessa e alcuni momenti al limite dell'assurdo meno stridenti di come sarebbero stati in un contesto più serio. La scelta di usare una prospettiva soggettiva è vincente per dare carattere e forza al film come opera in sé, ma toglie molto alla caratterizzazione degli altri personaggi, che risultano poco sviluppati e bidimensionali; lo spettatore, bloccato dentro la mente di Rakel, resta perplesso davanti ai loro cambiamenti improvvisi e non gli è permesso di affezionarsi a nessuno di loro.
La sceneggiatura, firmata dalla stessa regista con Inga Sætre, a partire dal graphic novel di quest’ultima, Fallteknikk, fa uso di un linguaggio colloquiale e pieno di rimandi alla cultura pop; lo stesso titolo è un riferimento alle Tartarughe Ninja che vengono citate in una delle prime scene del film. I dialoghi sono realistici e catturano genuinamente l'imbarazzo che provano i personaggi nel cercare di relazionarsi tra loro. La semplicità della scrittura inoltre fa sì che il messaggio del film risulti evidente, ma non forzato, fatta eccezione per una scena in cui Rakel, parlando con la sua coinquilina di metodi di contraccezione, sembra recitare a memoria un post di Instagram, piuttosto che esprimere un'opinione personale.
Anche per questo, comunque, il film si fa espressione un’idea di indipendenza femminile e di rigetto della strada considerata "corretta". La narrazione di Ninjababy aiuta a de-stigmatizzare l'aborto, rendendolo un evento neutro ed eliminando la narrazione traumatica di solito associata ad esso, e propone un personaggio femminile che non viene mai giudicato negativamente per le sue azioni, né dalla camera, né dagli altri personaggi, mentre i personaggi maschili propongono diversi modelli di mascolinità non tossica e si dimostrano disposti al cambiamento.
E nonostante negli ultimi anni siano usciti film con tematiche simili migliori (come Mai raramente a volte sempre o La persona peggiore al mondo), Ninjababy è un'opera divertente, vicina per umori e spirito alle storie di formazione indie e genere mumblecore.
Astronauta? Guardia forestale? Fumettista? Rakel, 23 anni, deve ancora decidere cosa farà da grande, ma intanto scopre di aspettare un bambino. Totalmente inatteso. Totalmente indesiderato. A lei non interessa capire chi sia il padre: a lei interessa capire come gestire la bomba atomica appena piovuta sulla sua vita. Una vita (serve dirlo?) incasinatissima. Rakel, del resto, non scopre semplicemente di aspettare un bambino: scopre di aspettarlo… già da sei mesi!