Jonathan Demme

Vicinanze e riscoperte

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Comunque i luoghi comuni bisogna non solo saperli usare, ma anche capire se e quando servono, e a cosa servono. Non sono sempre sbagliati o antipatici, i luoghi comuni: se adoperato senza automatismi, e in maniera istintiva, il luogo comune può diventare il luogo ideale in cui costruire un discorso, chiamare in causa un mondo, rivendicare la giustezza di un ritorno a un’ideologia, a un pensiero. Certo, il cinema poi bisogna anche saperlo fare, il che non guasta.

Jonathan Demme e la sua sceneggiatrice Diablo Cody sembrano guardare agli anni ’80 (prontamente evocati durante uno scambio di battute), al cinema di famiglie, di matrimoni e di rapporti di sangue in crisi, ai luoghi comuni e agli sviluppi del caso più prevedibili. Eppure mi pare che Dove eravamo rimasti (titolo italiano stranamente indovinato, tutto sommato) giunga a conclusioni ben diverse da quelle che contemplava il cinema hollywoodiano di trent’anni fa, benché la struttura, fatta di ritorni e di confronti, vi appartenga con evidenza.

Qui si piange, si litiga, si canta e si balla con un’idea di generazioni a confronto che allora ambiva generalmente alla riconciliazione o quantomeno alla comprensione degli opposti, mentre oggi i mondi e le generazioni rimangono ben distinti, non sono reciprocamente risolutivi, e se si capiscono, nondimeno non garantiscono la serenità comune. Ciò non significa adagiarsi nel cinismo o nel rifiuto degli affetti: c’è un bisogno di riscoprire il sentimento, in Dove eravamo rimasti, che non è banalmente la necessità dell’amore ritrovato, ma una più profonda (e profondamente americana) esigenza di una vicinanza.

Questo film non dà niente per scontato, nonostante i luoghi comuni utilizzati; non celebra niente, casomai reclama il diritto ad avere qualcuno con sé e per sé. Al riguardo, credo sia uno dei film più sinceramente commoventi degli ultimi anni, perché si completa soltanto nella formazione di coppie di fatto che implicano il recupero di una prossimità – fisica, emozionale, sentimentale – al di là di qualunque registro istituzionale (perfino al di là degli stessi luoghi comuni: vedere com’è risolto il personaggio del figlio gay). Prossimità anche nel senso di ripresa della propria serenità, riavvicinamento a una certa qual quiete di sé (la figlia abbandonata dal marito). Nessuno aiuta nessuno, a conti fatti, tuttavia ognuno riscopre l’importanza di una contiguità, senza retorica, senza troppe scene madri.

E poi c’è la musica (oltre a Meryl Streep, sulla cui eccezionalità è inutile ogni superlativo). Le argomentazioni autoriali al riguardo vengono facili, però è talmente chiara la bravura di Demme nella sua esecuzione ambientale, nella scelta dei volti, nell’inquadrare i gesti, che è impossibile evitarle. In tutte le scene canore c’è una verità di trama che supera il semplice entusiasmo da palco per rendersi davvero scenario sociale.

In Dove eravamo rimasti la messa in scena della musica eseguita dalla band Ricki and the Flash è soprattutto – ancora una volta - una questione di affetti. A tal punto che è precisamente in questi momenti, durante i live, che Demme trova l’importanza sociale (e oserei dire politica, se non fosse ormai abusato) del suo film. Un po’ come dovrebbero fare tutte le opere musicali di questo universo, poco importa se rock o pop o country, raccontare un paesaggio, prima che rappresentare un virtuosismo. Qui si percepisce benissimo un dietro le quinte, che non è il tradizionale camerino dei battibecchi o della realtà: si tratta piuttosto di uno sfondo di concretezza comunicativa, la capacità di parlare e di dire delle cose, di mostrare non un’ugola ma un’idea di mondo.

Ecco, se gli anni ’80 devono tornare (lo vediamo e sentiamo un po’ ovunque, non solo in sala), questo modo, e con questo cinema, è il modo migliore, il modo più onesto. E legittimo.

 

 

Dove eravamo rimasti
Stati Uniti, 2015, 100'
Titolo originale:
Ricki and the Flash
Regia:
Jonathan Demme
Sceneggiatura:
Diablo Cody
Fotografia:
Declan Quinn
Montaggio:
Wyatt Smith
Cast:
Doris McCarthy, Carmen Carrera, Li Jun Li, Lisa Joyce, Maria Di Angelis, Charlotte Rae, Ben Platt, Sebastian Stan, Audra McDonald, Kevin Kline, Rick Springfield, Mamie Gummer, Meryl Streep
Produzione:
Clinica Estetico, TriStar Pictures
Distribuzione:
Warner Bros. Italia, Declan Quinn

Ricki, una rockstar che dopo aver dato tutto per realizzare il sogno di diventare una celebrità del rock&roll, decide di ritornare a casa per recuperare il rapporto con la sua famiglia.

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