Ho voglia di ballare, ho voglia di capire
A che punto questo corpo può arrivare
Fino a quando riusciremo a non dormire
A non morire...
Da un certo punto di vista Gaspar Noé, più che un regista, potrebbe essere visto come un dj. D’altronde i suoi film sono un po’ come un invito a ballare: l’unica cosa che lo spettatore deve fare è decidere se lasciarsi trasportare dalla musica a tutto volume e dalle luci psichedeliche oppure se abbandonare il locale per evitare il mal di testa. Non ci sono mezze misure o sfumature; è difficile poter pensare di rimanere seduti in disparte a guardare gli altri che ballano. E forse mai, come con Climax il regista argentino è riuscito a tradurre questa sua idea di cinema per immagini.
Il film Inizia con la fine, finisce con l’inizio; nel mezzo un copione già scritto. Per Noé «la nascita e la morte sono esperienze straordinarie; la vita, invece, è solo un piacere passeggero». La morte quindi fa da cornice a un racconto che per il discorso intavolato non ha alcuna importanza: c’è un corpo di ballo in ritiro in un ex collegio per provare il nuovo spettacolo; poi qualcuno mette dell’LSD nella sangria e la situazione degenera. Niente di più.
Ho voglia di ballare, solo di giocare
Con le prospettive
Col tempo e le sue illusioni
Senza sentirsi coglioni...
In fondo, quando si è su una pista da ballo bisogna seguire l’istinto, lasciarsi trasportare dal ritmo. Per questo Noé bombarda chi decide di stare al gioco con sue le hit inconfondibili, dai piani sequenza infiniti ai virtuosismi esasperati, esasperanti e ipnotici, passando per le musiche tamarre, le scritte in sovrimpressione e un livello di misoginia che di questi tempi sembra una dichiarazione di guerra. I movimenti di macchina a volte osservano i corpi danzanti, altre sembrano indicare la coreografia da seguire; il montaggio detta il ritmo, la colonna sonora riempie la sala di suoni martellanti.
Un vortice visivo che tende a risucchiare personaggi e spettatori in un’escalation di sensazioni ed eventi senza via d’uscita. Un ballo mortale in cui i corpi progressivamente si deformano, perdono la propria unicità e grazia, diventando un magma di carne, sudore e sangue di cui a tratti sembra quasi di sentirne l’odore. Un climax viscerale orchestrato per mettere ancora una volta al centro del discorso l’inesorabile forza distruttiva del tempo che, come un inarrestabile conto alla rovescia, travolge ogni cosa riportandola al punto di partenza.
Ho voglia di ballare, solo di vibrare
Di farmi attraversare dal piacere
Ci cerchiamo con lo sguardo per scherzare
Per sapere se va tutto bene*
Dopo un viaggio istintivo e puramente emotivo come quello proposto da Climax, nel momento in cui la musica finisce e le luci si riaccendono restano nella mente sensazioni, flash, sonorità confuse. E il rischio, dopo una simile sbronza di immagini e rumori, è che tutto venga dimenticato in fretta, che di indelebile rimanga poco. Perché il cinema di Gaspar Noé è un’esperienza al contempo travolgente e fine a se stessa, ipnotica e respingente; geniale, divertente, estrema. E gratuita.
*L’amore - Cosmo
Un gruppo di street dancer, una casa isolata, una sangria allucinogena, una festa che si trasforma in un incubo collettivo… Un inferno sulla Terra, un racconto estremo che parla della vita e della morte, condotto a furia di piani-sequenza, che degenera a ritmo di musica elettronica.