David M. Rosenthal (classe 1969), regista, sceneggiatore e produttore newyorkese, in A Single Shot (2013) conferma la crescita stilistica del precedente Janie Jones (2010), con un ritorno agli esordi noir (i corti Absence e Waiting for Anna, 1999 e 2002), registro per ora evidentemente a lui più congeniale rispetto a quello delle modeste commedie See This Movie e Falling Up (2004 e 2009).
Se già le contraddizioni insite nella società a stelle e strisce erano oggetto del documentario Dylan's Run (2002) sulla campagna elettorale del 1998 di Dylan Glynn, primo afro-americano Repubblicano a concorrere come rappresentante della Georgia al Congresso statunitense, nell'ultimo lungometraggio trovano una più riuscita e accattivante forma di espressione.
John Moon, abbandonato dalla moglie perché incapace di mantenere un lavoro e uno stile di vita dignitoso, vive all'ingresso del bosco ai margini della cittadina natale – al confine metaforico tra civiltà e wilderness, tra ordine e disordine – campando di lavoretti manuali e della caccia di frodo, che già gli ha provocato numerose denunce. È in una di queste battute di caccia che accidentalmente uccide una ragazza in fuga con un'ingente somma di denaro. Occultato il cadavere ed impossessatosi dei soldi, l'uomo inizia a progettare un proprio personale riscatto, rendendosi però presto conto di essere finito in una pericolosa situazione che coinvolge persone a lui vicine, conosciute e non.
Criticato per il repentino smarrimento dei sensi di colpa iniziali del protagonista, in favore del ben più avvincente tentativo di salvarsi dai misteriosi persecutori, il film invece segue una propria inconfutabile logica. L'omicidio in apertura, infatti, funziona da MacGuffin hitchcockiano, espediente per condurre lo spettatore su un altro terreno, quello della riflessione etica al cui centro non è più l'assassinio (comunque condannato, date le conseguenze che da esso scaturiscono) quanto l'avidità, il desiderio di ricchezza che invade e pervade tutti i componenti della comunità, come sempre riproduzione in scala inferiore di un più ampio e complesso contesto sociale.
Come in Winchester '73 (Anthony Mann, 1950) l'arma era il motore dei condannabili atti commessi da chi ne entrava in possesso, qui è il prezioso contenuto della valigetta a guidare le azioni e chi le compie, in un turbinio di violenza e bramosia, segni di una nazione ormai irrimediabilmente condannata, il cui unico destino pare essere – come nell'emblematico finale – solo il seppellimento sotto le proprie colpe.
A Single Shot (2013, 116') DVD distribuito da Universal Pictures