Andrea Segre ha presentato a Venezia La prima neve, selezionato in "Orizzonti"
Un film che ti ha avvicinato irrimediabilmente al cinema.
Posso sceglierne due? La Battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo, perché mi ha insegnato che il cinema può essere uno strumento capace di costruire una memoria e può essere l'occasione per avere il coraggio di provare a cambiare il mondo. Essere e avere di Nicolas Philibert, un film bellissimo ambientato in una scuola di montagna in cui convivono bambini di diverse età: è il film che mi ha insegnato che cos'è il documentario. Io all'epoca non sapevo che esistesse anche il documentario non televisivo e da quando ho visto quel film ho tentato di conoscerlo e di farlo.
Un film che ti ha fatto piangere.
Ho pianto dentro quando ho rivisto restaurato, qui alla Mostra del Cinema, Le Mani sulla città di Francesco Rosi. Mi ha commosso la sua attualità, perché siamo ancora fermi lì. Il racconto di quella classe politica e il rapporto tra interessi privati e azione pubblica è la malattia di questo paese che continua a debordare, a crescere senza sosta, ed è uno dei più grandi ostacoli all'equilibrio della civiltà democratica.
Un film che ti ha fatto ridere.
A me fa molto ridere Aki Kaurismaki. Per esempio, la scena del bar di Miracolo a Le Havre mi provoca un ridere profondo. I personaggi non ridono, ma ti fanno ridere senza essere comici attraverso il racconto di un mondo vero e surreale. La grandezza di Kaurismaki è quella di lavorare sul limite dell'assurdo, senza superarlo ma continuando a sfidarlo.
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