Il marito della meravigliosa poliziotta Margie di Fargo si chiama Norm. Uno normale. Di quella normalità tranquilla che piace ai Coen, ai quali non va giù la normalità idiota.
Norm fa anche lui il poliziotto, ma da ufficio. In ufficio Margie gli porta il sacchetto con i rossi lombrichi ben pasciuti per andare a pescare. Norm è pelato, cicciottello, di sicuro non fa molto movimento, sta seduto in ufficio e in casa, davanti alle sue tele, a dipingere uccelli per il concorso dei francobolli.
Quando è a letto con Marge, nel finale del film, confessa sconsolato che il suo quadro con un germano è stato scelto solo per il francobollo da tre cents, mentre il quadro degli Hauptmann andrà sul francobollo da 29 cents: e il tre cents non serve per le affrancature. Margie sa come consolarlo: ma no, quando aumentano le tariffe il tre cents serve per adeguare le affrancature. Margie: «Sono fiera di te, Norm. Cavolo, le cose ci stanno andando proprio bene». Norm: «Ti voglio bene, Margie». Margie: «Anch'io te ne voglio, Norm». Norm: «Due mesi ancora» e le sente la pancia con il bambino in arrivo. Margie: «Due mesi ancora». Fine del film.
Norm è uno di quei piccoli personaggi che popolano i film dei Coen. Tutti pensati con l'ammirevole precisione che fa dei film dei Coen degli album con tante figure, tutte importanti, anche se minori o minime. Un altro che sta anche lui in Fargo, è Mike Yanagita che, a cena con Margie, si mette a piangere sulla moglie morta, Margie resta colpita ma poi verrà a sapere che Mike non ci sta con la testa, che non si è mai sposato e che quella che non è mai stata sua “moglie” sta benone: ed è come se i Coen ci avvertissero che sentimenti e lacrime ci portano soltanto fuori strada. (Mi sbaglio o non si piange mai nei film dei Coen? A parte Mike Yanagita.)
Quanto i Coen curino i particolari, lo dice una notazione, sempre minima, che riguarda Norm. In due scene fa lo stesso gesto con il braccio e la mano: nella prima non ha la fede al dito, nell'altra sì. Margie e Norma dormono. Telefonano a Margie per avvisarla della strage, Norm allunga il braccio verso di lei e al dito non ha la vera. Quando, a chiamare Margie di notte, è Yanagita, Norm allunga di nuovo il braccio verso la moglie e stavolta la vera ce l'ha. Se la moglie esce di notte per lavoro, lui non ha la vera al dito; se invece le telefona uno per invitarla a cena, allora la fede la mette bene in mostra perché Margie sappia – lo sa, lo sa – che lei è sua e lui ci tiene.
Altro momento. Dopo la telefonata dalla centrale, Margie si alza, Norm la segue e le prepara le uova. Mangiano in cucina, Margie esce: «Ti voglio bene, amore», Norm finisce la colazione avanzata di Margie, fuori fa un freddo da Minnesota, la macchina non parte, Margie riapre la porta, dice a Norm che la batteria è scarica. Stacco e vediamo l'auto di Margie filare sulla strada. Nella piccola ellissi coperta dallo stacco, Norm è uscito a spingere la macchina. I Coen non ce l'hanno mostrato. Ma se noi capiamo quello che i Coen non mostrano, che cioè Norm è uscito al freddo a spingere, allora possiamo essere sicuri che quei due si vogliono bene per davvero.
Il normalissimo Norm sa voler bene normalmente a quel tesoro di sua moglie.