Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne

Tori e Lokita - recensione

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Lokita non si ricorda di come ha riconosciuto Tori all’asilo in cui lui era creduto un bambino-strega, semplicemente sapeva che fosse suo fratello. Ed era disposta a tutto pur di dargli la possibilità di andare a scuola come tutti gli altri bambini e la serenità in un paese completamente straniero che può dare una sorella. In realtà lei sa esattamente che Tori non è il suo vero fratello, ma un bambino che ha incontrato sul barcone che li ha portati in Italia nel loro viaggio verso il Belgio. E di fronte agli impiegati dell’ufficio immigrazione, per ottenere i documenti necessari a restare a vivere nel paese, deve rispondere alla domanda sul passato suo e di quel presunto fratello… Lokita mente, ma sa che la sua menzogna è la sola cosa che può salvare la vita a lei e Tori.

L’ultimo film dei fratelli Dardenne presentato alla 75° edizione del Festival di Cannes, Tori e Lokita, i cui protagonisti sono interpretati da Pablo Schils e Joely Mbundu, racconta di una fratellanza non dettata dal sangue, ma dal reciproco aiuto di chi vuole raggiungere un posto in cui vivere serenamente, lontano dalle atrocità del proprio luogo d’origine e appartenenza. Eppure, quando Lokita non riesce a rispondere alla domanda dell’ufficio immigrazione, quelle atrocità inevitabilmente calano ancora su di lei e su Tori, nel nuovo paese d’accoglienza. La loro vita in Belgio li spinge a mettersi nelle mani della microcriminalità per mandare soldi a casa e poi a farsi intrappolare in un magazzino claustrofobico dove viene coltivata la droga da spacciare.

La canzone Alla fiera dell’Est di Angelo Branduardi viene cantata dai protagonisti più volte durante il film: nel suo giro ossessivo e ripetitivo, diventa il riflesso della realtà che circonda Tori e Lokita, “sempre molto complessa, ma oggi diventata ancora più violenta” (come l’ha definita Jean-Pierre Dardenne in un’intervista); un circolo vizioso di violenze in crescendo dal quale non si può uscire e che preme sui personaggi, attraverso i continui ritorni e le continue minacce dei trafficanti di persone da ripagare, dello spacciatore che lavora come chef e dei suoi scagnozzi.

La storia di Tori e Lokita non è una storia semplice e lo stile inconfondibile dei Dardenne mette lo spettatore matericamente nello spazio dei personaggi, al loro fianco, di fronte alla loro drammatica esistenza. Soprattutto, quella di Tori e Lokita diventa la storia di migliaia di ragazzi immigrati in Europa, abbandonati dalle istituzioni e dati in pasto alla criminalità: perché la loro storia non è una storia di «personaggi, ma di persone».


 

Tori e Lokita
Francia, 2022, 88'
Titolo originale:
Tori et Lokita
Regia:
Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Sceneggiatura:
Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Fotografia:
Benoit Dervaux
Montaggio:
Marie-Hélène Dozo
Cast:
Pablo Schils, Joely Mbundu, Alban Ukaj, Tijmen Govaerts, Charlotte De Bruyne, Nadège Ouedraogo, Marc Zinga.
Produzione:
Les Films du Fleuve, Archipel 35, Savage Film
Distribuzione:
Lucky Red

Un bambino e una ragazza adolescente hanno affrontato da soli un difficile viaggio per lasciare l’Africa e arrivare in Belgio. Qui, possono fare affidamento solo sulla loro profonda amicizia contro le difficoltà dell’esilio.

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