Nella notte tra il 5 e il 6 luglio è morto a 91 anni, per le conseguenze di una caduta, Ennio Morricone, grande compositore e fra i più importanti autori di musiche per film della storia del cinema.
Nato a Roma il 10 novembre 1928, diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia, direttore d'orchestra, membro del gruppo sperimentale Nuova Consonanza e autore degli arrangiamenti delle canzoni di alcuni dei più grandi cantanti della musica italiana degli anni '60 (Mina, Gianni Morandi), aveva esordito nel cinema nel 1961 con il film di Luciano Salce Il federale. Da lì in poi è stata un'interrotta sequenza di straordinarie musiche per film diventate tre le più note di sempre: come dimenticare, ad esempio, non solo il lavoro svolto con Sergio Leone, dal refrain Sean Sean di Giù la testa alle invenzioni sonore da Per un pugno di dollari a C'era una volta in America, ma anche quello per Pasolini (Uccellacci e uccellini, Il fiore delle mille e una notte...) e poi, ancora, la potenza delle musiche di La battaglia di Algeri, l'epica di Novecento, lo straniamento di Todo Modo o La tragedia di un uomo ridicolo, la malinconia di Nuovo Cinema Paradiso, la complessità di Una pura formalità?
A Hollywood Morricone lavorò per Malick (I giorni del cielo), De Palma (The Untouchables - Gli intoccabili, Mission to Mars), Carpenter (La cosa), Stone (U-Turn - Inversione di marcia) e compose per Mission una fra le sue più maestose composizionie.
L'oscar onorario "per i suoi contributi magnifici all'arte della musica da film" nel 2007 e quello per le migliori musiche nel 2016 (per The Hateful Eight di Tarantino) sono stati i due premi più prestigioni, fra i tanti ottenuti nel corso di una carriera straordinaria.
*foto di Gonzalo Tello