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Inesorabile, anche quest’anno, sta arrivando il Natale. Fra le mille ordalìe che con sé sempre si porta, e cui tocca rassegnarsi con santa pazienza – dalle riunioni con i parenti all’indossare improbabili maglioni decorati a renne e slitte – c’è anche il dover lambiccare le cellule grigie nella ricerca di quel graal che è il Regalo Adatto. Un buon rifugio è il libro, a patto però di conoscere bene i gusti del destinatario e avere la botta di fortuna giusta per non donargli qualcosa che ha già.

Il parente/amico cinefilo, in questo, è un destinatario ideale: ogni libreria ha, o dovrebbe avere, un reparto libri di cinema adeguatamente fornito (e se no, c’è tanta roba in rete), e non manca l’imbarazzo della scelta. Segnaliamo alcuni volumi che si presentano bene come strenne, ma sono pure validissimi libri di cinema per tutto il resto dell’anno.

Ehsan Khoshbakht (a cura di), Great Expectations – British Postwar Cinema 1945-1960 (Les Editions de l’Oeil, Montreuil 2025, € 30,00). Pregevolissimo volume, edito in occasione dell’altrettanto pregevole retrospettiva che la scorsa estate, al Festival di Locarno, ha rispolverato un periodo della storia del cinema britannico caduto un po’ ingiustamente nel dimenticatoio (nonostante annoverasse, per fare un solo esempio, alcune delle più fantasmagoriche produzioni di Powell & Pressburger). Ehsan Khoshbakht, curatore della retrospettiva e del libro, spiega nell’introduzione di aver voluto focalizzare l’attenzione attorno al «concetto di Britishness e della vita nelle Isole britanniche del dopoguerra», come riflessa dagli schermi del Regno Unito. Il cinema britannico di quegli anni seppe descrivere ansie, speranze e aspettative di un paese che usciva vincitore ma con le ossa rotte da un grave conflitto, a volte con solidi drammi sociali, a volte con il sardonico sorriso delle commedie Ealing, sempre con la grandissima professionalità, baciata dal giusto tocco di poesia, di capacissimi registi, sceneggiatori, attori eccetera. Un cinema di genere, ma molto dinamico e sfaccettato. Il volume esplora e approfondisce queste sfaccettature, dall’inquadramento del contesto storico e sociale alle strutture dell’industria cinematografica, dalle donne dietro la macchina da presa (ci furono ottime registe come Muriel Box o Gil Craigie) ai bambini davanti a essa (ricorrente, in quegli anni, uno sguardo attento e per niente stereotipato al mondo dell’infanzia), dai rapporti con Hollywood (e al rifugio che diede ai registi blacklisted in fuga dal maccarthismo come Jules Dassin o Joseph Losey) alla creativa risposta al noir americano. Il tutto illustrando un ricchissimo panorama cinematografico che, come spiega Khoshbakht, «offriva letture trasgressive e perfino sovversive alle tradizioni del realismo – o, in alcuni casi, andava dritto all’uscita con le sue mogli di Dracula», e sempre «dispensando emozioni in piccole dosi e rendendole così ancora più efficaci». Il volume, riccamente illustrato, è completato da un’accuratissima seconda parte di profili biofilmografici dei principali registi.

Roberto Lasagna (a cura di), Cary Grant – I film dei nostri sogni (Il Foglio Letterario Edizioni, Piombino 2025, € 18,00). Ecco il libro che aspettavamo tutti noi che abbiamo sempre sognato invano di essere Cary Grant. L’attore nato a Bristol, di umili origini ma diventato epitome di stile ed eleganza, protagonista di un’irripetibile stagione del cinema e sempre determinato a difendere la sua indipendenza sia artistica che produttiva, coltivò sempre, come spiega Roberto Lasagna nel suo saggio introduttivo, «uno stile raffinato nel suo personaggio di volta in volta romantico e ironico, nonché disinvoltamente ribelle, capace di affiancarsi alle dive celebri ma anche di essere l’uomo comune con cui identificarsi». Eccolo dunque agilissimo campione di commedie screwball o del rimatrimonio (Susanna! di Hawks, Scandalo a Filadelfia di Cukor), ma anche all’occorrenza interprete realistico (come l’“eroe di tutti i giorni” di Il ribelle di Clifford Odets) se non addirittura sinistro (e Hitchcock, da Il sospetto in avanti, seppe valorizzare e sfruttare al meglio tutte le ambiguità della sua recitazione). Roberto Lasagna ha curato con Cary Grant – I film dei nostri sogni un’opera più che meritoria: a una prima parte di saggi generali (che approfondiscono vita e personalità, nonché le sue commedie screwball e il côté hitchcock-hawksiano) ne segue un’altra divisa in capitoli dedicati ciascuno a gran parte dei film da lui interpretati. Il risultato è più libri fusi in uno solo, che si leggono tutti con gran delizia e interesse: in primis un saggio approfondito, quindi una piacevolissima lettura, infine un vademecum da consultare ogni volta che si vede, o si rivede per la “n” potenza volta, uno dei suoi film.

Già che ci siamo, segnaliamo il libro di un altro campione britannico della commedia, David Niven. C’era una volta Hollywood (Edizioni Settecolori, Milano 2025, € 26,00) non è un’autobiografia (Niven l’aveva già scritta con La luna è un pallone), ma il resoconto di personalità, fatti e idiosincrasie varie che l’attore ebbe modo di vedere e annotare nel corso della sua lunga permanenza nella Capitale del Cinema fra il 1935 e il 1960. Il risultato è una collezione di gustosissimi sketches e ritratti che vanno da Bette Davis a Errol Flynn, da Ernst Lubitsch a Cary Grant fino alle “pettegole”, sempre in feroce bega fra loro, Louella Parsons e Edda Hopper. «Hollywood», ricorda Niven «era il Paese di Bengodi, abbastanza distante dal resto del mondo; ma far parte di un’industria d’eccellenza, florida e rampante, la più grande forma d’intrattenimento di massa fino ad allora inventata, era molto eccitante. E se l’esagerazione diventava la norma, era difficile accorgersene quando una grande star poteva aspettarsi di ricevere ventimila lettere la settimana e i giornali di tutto il mondo dedicare quotidianamente diverse pagine alle notizie e ai pettegolezzi diffusi dalla macchina dell’auto-celebrazione hollywoodiana. C’erano cordialità, generosità, eccitazione, tristezza, successo, disperazione e niente smog nella Hollywood di allora ma, quando la Seconda guerra mondiale distrusse la quiete, pochi sballati tra gli abitanti si resero conto che i vecchi standard sarebbero cambiati». Mutatis mutandi, e non vorremmo esagerare, ma a noi è parso come leggere certe pagine di James Ellroy dedicate alla stessa Los Angeles… Ritratti e sketches sono raccolti in un unicum narrativo molto ben strutturato che, unito a un formidabile mélange di malizia e discrezione, fa dell’attore scozzese non solo un gradevole memorialista, ma anche un eccellente scrittore tout court. In effetti, David Niven è stato autore, oltre che dei volumi autobiografici, anche di un paio di romanzi considerati di ottima fattura ma mai arrivati in Italia. Speriamo che qualche editore provveda.

Infine, qualche suggerimento in breve

Lo scorso 30 novembre ha compiuto 90 anni (auguri Woody, cento e più di questi giorni!), sta mettendo in cantiere un nuovo film e l’attenzione critica verso il suo lavoro non cessa di diminuire. Fra le tante monografie uscite finora, è freschissima di stampa Tutto Woody Allen (a cura di Enrico Giacovelli, Gremese, Roma 2025, € 39,00). Ed è proprio tutto ma tutto Woody quello affrontato in questo volume, non solo i suoi film ma anche la televisione, il teatro, le opere di narrativa e satira, il lavoro come battutista e molto altro. Opera monumentale, finora la più completa, e non solo in Italia, sull’autore newyorkese. Ne torneremo senz’altro a parlare in una delle prossime puntate della rubrica.

Quentin Tarantino. The Graphic Novel (testi di Christina Dumalasova e Katerina Horakova, disegni di Michael Purmensky, Gremese, Roma 2025, € 19,90) è più precisamente un graphic biopic. Meglio ancora: un coloratissimo tuffo nella vita e nei film di Tarantino. In centoventi pagine, egregiamente, suggestivamente, tarantinianamente narrate e disegnate, si ripercorrono vita, opere e miracoli del regista. Un libro vincente su tutti e tre i fronti, quello cinematografico, quello saggistico e quello fumettistico.

Se siete appassionati di serie tv, e magari avete intenzione di approfittare delle prossime vacanze per dedicarvi al binge watching, 52 serie tv da vedere prima di morire (di Alice Grisa ed Emanuele Zambon, Gremese, Roma 2025, € 22,00) è il volume che fa per voi. Cinquantadue serie tv approfonditamente analizzate, i loro temi dominanti, il contesto produttivo e i motivi per cui hanno lasciato un segno nell’immaginario e non solo: un utilissimo anzi indispensabile vademecum.