Il New York Times ha chiesto a sei registi americani (Antoine Fuqua, Sofia Coppola, Paul Feig, Denis Villeneuve, Brett Ratner e Alex Gibney) di stilare una classifica dei dieci migliori film realizzati fra il 2000 e oggi.
Opinabile e piena di mancanze come ogni classifica, decisamente sbilanciata verso il cinema Usa e con una certa inclinazione per i film più famosi degli ultimi due decenni, dà comunque alcune interessanti indicazioni sui gusti del pubblico contemporaneo.
Innanzi tutto ci dice di come la distanza fra addetti ai lavori e (appunto) pubblico, sia molto sottile e che forse il confine più netto sia con la critica (curioso che ci sia una sola palma d’oro – Il nastro bianco di Haneke – nella sessantina). Inoltre sembra confermare ancora (chissà per quanto?) il primato della sala: tutti i film citati sono stati ampiamente distribuiti e non c’è praticamente nulla che sia passato solo ai festival o per qualche circuito underground. La totale mancanza di titoli provenienti da oriente, infine, ci convince di un certo geocentrismo del gusto che nonostante le possibilità di fruizione cinematografica siano proliferate proprio nel periodo preso in esame, resta ancora abbastanza radicato.
C’è di tutto e di più fra i titoli citati dai sei – anche Daddy's Home (2015), Una notte da leoni (2009) e Borat (2006) – e fra essi i film che compaiono in più di una classifica sono Il petroliere (2007) di Paul Thomas Anderson (Fuqua e Villeneuve), Non è un paese per vecchi (2007) di Joel e Ethan Coen (Villeneuve e Gibney), Under The Skin (2014) di Jonathan Glazer (Coppola e Villeneuve) e Il pianista (2002) di Roman Polanski (Fuqua e Ratner). Molti sono i film stranieri (o non propriamente americani) citati: da Il nastro bianco (2009) a Grizzly Man (2005), da Fish Tank (2010), a Il favoloso mondo di Amélie (2001) e Mustang (2015), da Dogville (2004) a Il profeta (2010) e City of God (2002), fino a Forza Maggiore (2014) e Kynodontas (2009).
Tutte le classifiche – con tanto di motivazioni film per film – le trovate qui!