Kogonada

A Big Bold Beautiful Journey - Un Viaggio Straordinario

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La tradizione della rom-com statunitense, oltre la sua ordinata demarcazione nel verosimile (seppur trasognato), da due decenni è stata attraversata, con esiti alterni, da costrutti fantastici e surreali, nella grammatica rievocativa della biografia amorosa, che è spettrale complicazione del presente e al contempo sua possibile risoluzione, tra ellissi anagrafiche (30 anni in 1 secondo), labirinti mnesici (Se mi lasci ti cancello), invasioni metatestuali (Ruby Sparks), serrati loop (Palm Springs). A Big Bold Beautiful Journey, terzo lungometraggio del coreano Kogonada, qui nell’approdo hollywoodiano, si riserva originalità di ideazione e sublimazione visiva, iscrivendo suggestioni dell’iconografia fantasy in dinamiche sentimentali rodate, in una narrazione dove la sospensione dell’incredulità tra varchi magici nel passato intacca, senza capovolgerla, la figurazione dell’immagine, nella contraddizione, armonizzata, della ricerca di un senso di coppia in una garbata e pudica odissea nonsense.

Boy meets girl, dunque, con una proposta nuziale inaspettata tra due semisconosciuti a una festa, sotto una perenne pioggia scrosciante dalle note primaverili e melanconiche che evocano, fin dalla locandina, la grazia rannuvolata e delicata di Les Parapluies de Cherbourg di Jacques Demy; lui, David (Colin Farrell), è un maturo single con una grigia storia famigliare, lei, Sarah (Margot Robbie), una trentenne consapevole del suo influsso rovinoso sugli uomini. Con la complicità del kubrickiano GPS dell’auto di David, noleggiata presso un’azienda di svitati demiurghi usciti dalla penna di Lewis Carroll, i due, sfiduciati nell’amarsi contro le regole dell’attrazione, attraverseranno porte colorate, monoliti nel nulla dell’amena e anonima provincia, per visitare i multiversi dei capitoli più sofferti del loro vissuto.

Kogonada, saggista di contenuti speciali di analisi del film, sperimentatore del romanticismo delle architetture introspettive e della distopia di leggiadri sentimenti con Columbus e il fantascientifico After Yang, riservatissimo sulla propria identità come il maestro Chris Marker (tanto da fregiarsi di un eteronimo), cultore della forma su cui incidere la rarefazione interiore dei personaggi, scatta qui dal cinema indie alla produzione mainstream. E, nonostante l’annacquato script dello sceneggiatore televisivo Seth Reiss, rivendica un’obliquità di sguardo che è sciolta estetica del dettaglio, universalità di visione oltre l’astrattezza della metafora, saturazione dell’immagine onirica e insieme materica. Se i conflitti come forza motrice di plot e dialoghi non albergano nel cuore dei protagonisti, avviluppati in un meccanismo sentimentale di giustapposizioni più che di contiguità, l’intelligenza inventiva di Kogonada soggiace nell’estro figurativo, ma senza una strada spianata sulle potenziali alchimie del racconto, in un viaggio che contempla la bellezza ardita del titolo, ma non la sua grandezza.

In una tavolozza impressionista di contrasti cromatici sgargianti, con un piede (precario) sulla pastosità ebbra della golden age del musical (con richiami a Cantando sotto la pioggia e West Side Story) e l’altro sulle contaminazioni ‘meta’ tra teatro (pirandelliano) e pittura (come in Corvi, episodio di Sogni di Kurosawa), una coppia ispirata di interpreti plasma tangibilità d’intesa, nostra e loro, in questo road movie sghembo dove, paradossalmente, più si susseguono gli involontari stereotipi romance della relazione, più il film abbraccia una comunanza con lo spettatore, al margine di un soffuso disincanto, quello che declamava un noto cantautore italiano: “il peccato fu creder speciale una storia normale”.

In un sodalizio d’autorialità recitativa, a scanso di naufragi in un film sommerso ma salvabile, Margot Robbie, da anni volto tanto classicamente astrale da trasfigurarsi nella fantasmagoria, nell’artificio, nell’inanimato (tra arlecchini, regine, bambole), ma anche forma d’attrice accolta, per fulgore e audacia espressivi, nel chaos diegetico del mondo (in moderne babilonie, crac di Wall Street, stragi di Bel Air), preserva per Kogonada, con la vividezza psicologica del partner, il migliore effetto speciale al cinema, a detta di Scorsese: la conversazione tra un uomo e una donna, nei loro accenti di autenticità emotiva.


 

A Big Bold Beautiful Journey - Un Viaggio Straordinario
USA, 2025, 109'
Titolo originale:
A Big Bold Beautiful Journey
Regia:
Kogonada
Sceneggiatura:
Seth Reiss
Fotografia:
Benjamin Loeb
Montaggio:
Susan E. Kim
Musica:
Joe Hisaishi
Cast:
Colin Farrell, Margot Robbie, Phoebe Waller-Bridge, Hamish Linklater, Lily Rabe, Billy Magnussen, Yuvi Hecht, Shelby Simmons, Jodie Turner-Smith, Sarah Gadon, Lucy Thomas, Brandon Perea
Produzione:
30West, Chapel Place Productions, Imperative Entertainment, Original Films
Distribuzione:
Eagle Pictures

Sarah e David sono due single che si incontrano per caso al matrimonio di un amico comune. In seguito a un sorprendente colpo del destino, si trovano improvvisamente a intraprendere un viaggio straordinario: un'avventura divertente, fantastica e travolgente in cui Sarah e David hanno l’opportunità di rivivere momenti importanti dei loro rispettivi passati, facendo luce su come sono arrivati al presente… e, forse, ottenendo una chance di cambiare il proprio futuro.

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