«Spesso, per divertirsi, gli uomini d’equipaggio / Catturano gli albatri, grandi uccelli dei mari / Che seguono, indolenti compagni di viaggio / Il vascello che va sopra gli abissi amari». (Charles Baudelaire, L’albatro)
In realtà tra gli abissi amari dell’Atlantico non c’è un vascello, ma un gommone quasi sgonfio, a bordo del quale Louis Zamparini sopravvive all’oceano, cattura pesci senza pensarci, squali e un albatro che nulla ha del sacro ideale romantico (caro a Coleridge) ma è carne pregiata nella lotta disperata per la sopravvivenza.
Siamo neanche a metà di Unbroken. Incontriamo il nostro eroe a bordo di un aeroplano dove si destreggia nel ruolo di puntatore nel bel mezzo di una drammatica guerra dei cieli. Ben presto, come da copione, le immagini tornano alla ricostruzione della storia – vera, precisa l’incipit – di Louie, dall’infanzia sregolata e ribelle, turbata dalle insidie dei coetani italofobici, alla nascita dalla passione per la corsa, incitata dal fratello, che lo proietta con un sogno alle Olimpiadi di Tokyo del 1940.
Rumori di proiettili, voli nel cielo, corse in mezzo ai campi, il corpo e gli occhi azzurri di Louie dialogano dialetticamente all'inizio del film, creando un’empatia con il personaggio, accresciuta dalla consapevolezza che è tutto vero, che c’è. Le olimpiadi sono annullate a causa dello scoppio della guerra, in un viaggio come un altro l’aereo di Louie precipita e con lui la grazia e l’efficacia del film.
La messa in scena inizia a essere scontata, la narrazione scolastica, la regia nascosta dietro la sceneggiatura. Non viene mai meno l’impianto solido del racconto, ma un’incoercibile retorica investe il protagonista di una responsabilità eccessiva: la sua resistenza fisica e resilienza morale tra i cattivissimi, sadici, giapponesi sono così enfatizzati da porre il problema della verosimiglianza, paradossale nel contesto di una storia vera.
Questo redivivo bisogno di eroi, di super-eroi, di invincibili, di indistruttibili, sembra caratterizzare il nuovo sogno cinematografico a stelle e strisce, che non fa decollare questo Sniper tra le nuvole ma lo fa volare basso nella notte dell’America. La notte è già finita, Angelina. O forse no. Certamente però poteva andare meglio, con una storia del genere a disposizione.
Un cenno speciale meritano il corpo e il volto epifanico di Jack O’Connell, che non si risparmia di fronte all’invadenza della macchina da presa.
Un dramma epico che racconta l'incredibile storia dell'atleta olimpionico ed eroe di guerra, Louis "Louie" Zamperini, che insieme ad altri due membri dell'equipaggio, è riuscito a sopravvivere su una zattera per 47 giorni, in seguito ad un disastroso incidente aereo durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi essere catturato dalla Marina giapponese e spedito in un campo di prigionia.