In Harry Potter c’erano i “babbani” (muggles), in Shadowhunters ci sono quelli che nell’originale inglese si chiamano “mundanes” e che in italiano sono diventati “mondani”. I traduttori (del libro e del film) evidentemente (o no?) ignoravano che il sostantivo “mondana” per lo Zingarelli è “eufem. Prostituta” e così fanno cadere nel film l’umorismo involontario della protagonista che chiede: “Cos’è una mondana?” o grida: “Non sono una mondana!”…
Inevitabile ripensare allo sketch di Vianello-mondina e Tognazzi-mondana (lo si trova facilmente in internet ma, purtroppo, con la battuta finale di Tognazzi – “e quando lavora?”, “tutta la settimina” – inopinatamente coperta dalla musica)
Ambientato nella New York di oggi, Shadowhunters – Città di ossa ha come protagonista Clary Fray (Lily Collins), un’adolescente in apparenza come tante altre che scopre di essere la discendente di una stirpe di Shadowhunters: una cellula segreta di semi-angeli guerrieri impegnati in un’antica battaglia tesa a proteggere il nostro mondo dai demoni. Dopo la scomparsa della madre, Clary si unisce a un gruppo di Shadowhunters, che le fanno conoscere una diversa e pericolosa New York infestata da demoni, stregoni, vampiri, licantropi e altre terribili creature. Basato sull’omonimo libro di Cassandra Clare.