Tim Burton

Dumbo

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Da una parte l’onnipresente Disney, che da qualche anno non si sta facendo scrupoli a cannibalizzare se stessa pur di portare pubblico in sala; dall’altra Tim Burton, un regista che ha fatto della stravaganza e dell’unicità un marchio di fabbrica. In mezzo Dumbo, un progetto perfetto tanto per le mire del primo, quanto per le corde del secondo. Se infatti le avventure dell’elefantino volante rientrano pienamente nell’aggiornamento contemporaneo che la Disney sta attuando nei confronti dei suoi classici, chi più di un mostro bullizzato dai propri simili ma dal cuore d’oro poteva reincarnare il tipico protagonista freak della cinematografa burtoniana?

Dumbo sarebbe potuto davvero essere un anello di congiunzione stimolante per entrambi gli agenti in gioco. Avrebbe potuto scrollare di dosso la polvere stantia che la Disney ha iniziato ad accumulare con le sue operazioni, così come rilanciare la creatività di un regista da tempo ormai autore di un cinema spento. Purtroppo, invece, bastano pochi minuti per comprendere chi sarà il vero vincente e chi il mero esecutore.

Burton aveva già dimostrato di sapersi destreggiare all’interno di progetti non propriamente personali, rielaborando materiale di partenza lontano dalle sue corde in qualcosa di più idoneo. Da Batman ad Alice, passando per Willy Wonka, i personaggi delle sue storie sono stati reinterpretati secondo un gusto tetro e grottesco, mirato a destabilizzare le certezze del pregiudizio e a rendere labile la linea di confine tra uomo e alieno, per riscoprire il valore della meraviglia. Tutte componenti presenti già nel Dumbo originale e ampiamente consolidate in questa nuova versione live action.

In realtà, Burton qualche intuizione vincente ce l’ha eccome, a cominciare dall’idea di utilizzare il film per fare un sunto della sua primaria passione per il cinema. L’occasione gli si presenta grazie all’ambientazione in un circo, che nella filmografia del regista rimanda a Big Fish (come del resto a una dimensione malinconica rimandano le presenze di Danny DeVito e Michael Keaton); ma in generale è il nuovo racconto inserito dagli sceneggiatori per allungare gli esili 64 minuti del film originale a ragionare sul concetto d’intrattenimento cinematografico. Il personaggio del magnate dello spettacolo, non a caso, promette di rendere possibile l’impossibile («Se puoi sognarlo, puoi farlo», recita il motto della Disney…) dando vita a un parco divertimenti in cui per il bene ultimo dello show vengono meno le più basilari e umane regole sociali… La presenza di un briciolo di autocritica in un’operazione come Dumbo potrebbe quindi anche funzionare, ma come è naturale che sia è solamente accennata, come del resto anche l’omaggio cinefilo del finale o la rappresentazione del solito scontro generazionale tra genitori e figli…

Dumbo, in sostanza, scorre sui binari ampiamente consolidati del prodotto per famiglie, stentando tuttavia proprio nel creare quella meraviglia di cui tanto si riempie la bocca. La magia (del cinema e non) non si palesa quasi mai, tutto è calcolato, freddo, prevedibile. Ed è un peccato, perché come dimostra la folgorante sequenza delle bolle di sapone, la più impalpabile e magica del film, Burton sa ancora creare grandi momenti. È il coraggio di staccarsi dal suolo e di rischiare ciò ormai gli manca.

Dumbo
Usa, 2019, 130'
Titolo originale:
Dumbo
Regia:
Tim Burton
Sceneggiatura:
Ehren Kruger
Fotografia:
Ben Davis
Montaggio:
Chris Lebenzon
Musica:
Danny Elfman
Cast:
Alan Arkin, Bern Collaço, Colin Farrell, Danny De Vito, Deobia Oparei, Douglas Reith, Elisa, Eva Green, Finley Hobbins, Joseph Gatt, Lars Eidinger, Michael Buffer, Michael Keaton, Nico Parker, Roshan Seth, Sandy Martin
Produzione:
Tim Burton Productions, Walt Disney Pictures
Distribuzione:
Walt Disney Italia

Max Medici, proprietario di un circo, assume l’ex star Holt Farrier insieme ai figli Milly e Joe chiedendo loro di occuparsi di un elefante appena nato dalle orecchie sproporzionate, che è diventato lo zimbello di un circo già in difficoltà. Ma quando si scopre che Dumbo sa volare, il circo inizia a riscuotere un incredibile successo, destando l’interesse dell’imprenditore V.A. Vandevere, che porta Dumbo con sé nel suo nuovo, strabiliante parco di divertimenti: Dreamland. Dumbo vola sempre più in alto insieme all’affascinante e spettacolare trapezista Colette Marchant, finché Holt non scopre che, a dispetto delle apparenze, Dreamland è pieno di oscuri segreti.

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