David O. Russell

E Joy prese il fucile

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C’è chi è talentuoso, e chi è furbetto. E, a naso, se cominci un film mettendoci le finte soap opera colme di postmoderna ironia, una voce narrante suadente, un po’ musica cool che ci sta sempre bene, una bambina bionda bella e intelligente che non ha bisogno del principe azzurro, e che sai già essere destinata a diventare una Cenerentola, sei furbetto. Di certo, non talentuoso.

Joy è già tutto lì, in quell’incipit che anticipa l’unica idea – non particolarmente originale nemmeno quella – di raccontare la storia di Joy Mangano, e quindi dell’American Dream, come una fiaba. Cenerentola, certo, che trova in uno scopettone rivoluzionario e nella caparbietà imprenditoriale il vero principe azzurro. Un principe azzurro che ha le fattezze del Capitale, e che quindi – perché se sei furbetto, a Hollywood, sei anche necessariamente liberal – fa di Joy una fiaba dai toni non certo edulcorati, à-la-Disney, ma che rimesta nel torbido della tradizione classica.

La povera Joy di David O. Russell vive in una sorta di incubo a occhi aperti, sepolta dalle incombenze, con una madre psicotica spiaggiata su un letto davanti alla tv, un padre irresponsabile e donnaiolo, una matrigna strega con le fattezze lynchiane di Isabella Rossellini, una sorellastra tanto odiosa quanto ottusa. C’è perfino un ex marito in cantina, come se non bastassero due pur adorabili figlie a carico. E in questo scenario da fiaba, che si arricchirà del paese magico della televisione, di un produttore televisivo mago di Oz, di prove da affrontare e nemici da sgominare, O. Russell sguazza tutto contento, calcando la mano sul contrasto della fotografia, sulle ombre, sui toni che si fan via via più opprimenti e grotteschi, sul montaggio che scimmiotta quello delle citatissime soap, fino a un finale lieto sì, ma con riserva.

Seduta dall’altro lato della scrivania, come lei stessa ricorda a una potenziale nuova imprenditrice, la Joy vittoriosa e adulta è diventata la regina altera, attenta e accondiscendente del Capitale, non certo una svagata principessina che dilapida le sue sostanze come una Paris Hilton qualunque, né una serena noveau riche che si gode il benessere. No, Joy è una macchina da guerra, la macchina del Capitale pronta a far rispettare, con qualche benevolenza, le stesse leggi spietate che stavano per schiacciarla.

D’altronde, è l’America, bellezza. E Joy Mangano impugna il fucile e spara: cosa c’è di più americano di tutto questo? Joy Mangano fa la liberal, ma il divorzio di mamma e papà le fa ancora venire gli incubi – e la doppia morale è importante. Joy Mangano non era e non sarebbe mai potuta essere la Vanna Marchi d’oltreoceano, personaggio narrativamente sublime che nessuno sceneggiatore di casa nostra si è mai preso la briga di raccontare. E nemmeno un Paolo Frattini, tanto per citare un altro personaggio simbolo delle televendite all’italiana, o ancora un Giorgio Mastrota.

Solo che O. Russell è talmente ossessionato dalla trovata della favola, e dai paralleli formali con le soap, da gettare alle ortiche il capitale drammaturgico più consistente della sua storia: quello legato alla tv e alle televendite. Praterie di possibilità (in realtà coerenti con l’ambiguità tra sogno e incubo che il regista intende cavalcare) lasciate a prender polvere, come acquisti sbagliati e poi dimenticati. Ma per sfruttare appieno quella miniera narrativa, per evitare di abbozzarne solo alcuni accenni da mettere come sfondo all’incedere pesante e militaresco di Joy Mangano (Ceneretola della financial worthiness, per dirla con la Rossellini), ci sarebbe voluto qualcuno di talentuoso. E un po’ meno furbetto.

Joy
USA, 2015, 124'
Titolo originale:
id.
Regia:
David O. Russell
Sceneggiatura:
David O. Russell, Annie Mumolo
Fotografia:
Linus Sandgren
Montaggio:
Alan Baumgarten, Jay Cassidy, Tom Cross, Christopher Tellefsen
Musica:
David Campbell, West Dylan Thordson
Cast:
Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Bradley Cooper, Édgar Ramírez, Diane Ladd, Virginia Madsen, Isabella Rossellini, Isabella Rossellini
Produzione:
Davis Entertainment
Distribuzione:
20th Century Fox, West Dylan Thordson

La storia – vera – di Joy Mangano, donna risoluta e dal forte spirito imprenditoriale che nonostante i due figli e una complicata vita familiare da gestire, si lancia nell'impresa di produrre un rivoluzionare scopettone per i pavimenti.  Nasce cosi la sua fortuna e quella di tutta la sua dinastia.

Torna per la terza volta nei film di David O. Russell la coppia Jennifer Lawrence- Bradley Cooper, qui in compagnia di Robert De Niro, Isabella Rosselini e un cast di comprimari di eccezione. Un film corale, come nello stile del regista de Il lato positivo e America Hustle, che è valso alla protagonista la vittoria di un Golden Globe.

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