Shin'ya Tsukamoto

Hokage - Ombra di fuoco

film review top image

Tsukamoto declina lo sguardo - di una donna, di un bambino, di un soldato - e lo rende azione, seguendolo mentre sfiora muri scrostati, si stende su cumuli di macerie, attraversa zone d’ombra e infine penetra, senza pietà, l’anima dello spettatore.

Presentato nella Sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2023 Hokage – Ombra di fuoco è considerato il terzo capitolo di una trilogia che il regista nipponico ha voluto dedicare agli effetti dei conflitti bellici sugli esseri umani, alla quale vengono ricondotti Fires on the Plain (Nobi, 2014) che racconta di un gruppo di soldati allo sbando nelle Filippine durante l’epilogo della Seconda guerra mondiale e Killing (Zan, 2018), film in costume sulle vicende di un giovane samurai senza padrone.

A differenza degli altri due film, in Hokage - Ombra di fuoco l’orrore e la devastazione passano attraverso lo sguardo di un bambino che osserva, si ritrae, sorride, ma soprattutto riflette e amplifica, all’interno dello spazio angusto dell’abitazione-ristorante di una ragazza che è esso stesso un concentrato di sofferenza, l’insostenibile che sta all’esterno. La normalità delle piccole cose di una quotidianità lontana – la fiammella di una candela, un melone ridotto a cubetti, i giochi dei due adulti col piccolo – si contrappone in maniera fisicamente dolorosa all’anormalità della violenza che incombe, che ‘cola’ all’interno attraverso i muri, per esplodere improvvisa come lo sparo che lacera il silenzio della sera o, stilisticamente, con il bianco e nero che in maniera altrettanto brusca svela un modello di città rasa al suolo.

L’approccio di Tsukamoto è originale, il suo racconto non è contestualizzato, quindi assume un carattere universale, gli esseri umani sono figure fantasmatiche dalle espressioni che spesso ne deformano i tratti, e se l’argomento riporta agli echi del Neorealismo la gran cura della fotografia e delle luci, l’indagine ossessiva sui dettagli, sui colori, sulle ombre, ne prendono le distanze. La macchina da presa, soprattutto nella prima parte del film, non sembra voler abbandonare i volti, tantomeno i corpi che sono da sempre l’oggetto di indagine privilegiato del regista: la carne contaminata di Tetsuo – The Iron Man (Tetsuo, 1989), così come il percorso liberatorio di A Snake of June – Un serpente di giugno (Rokugatsu no hebi, 2002), in un tutt’uno con le lacerazioni mentali di Kotoko (id., 2011) che qui si riassumono nelle ferite di ogni genere, fisiche e mentali, con cui la guerra inevitabilmente sfregia corpi e anime dei protagonisti. Così come in precedenti lavori, anche in Hokage – Ombra di fuoco una figura femminile raccoglie a sé i fili della storia e delle emozioni: il movimento in apertura lentamente svela il corpo della protagonista disteso nella stanza angusta, una giovane donna che ha perso marito e figlio a causa delle guerra ed è costretta a prostituirsi per sopravvivere.

In questo scenario anche l’ipotesi di una nuova famiglia, di ricostruzione di un nucleo aggregativo forte, protettivo, di sostegno, e che la ragazza, il soldato e il piccolo orfano sembrano (voler) incarnare, assume i codici della finzione, della messinscena vuota di contenuti: il soldato ripete tutti i giorni, ossessivamente, il mantra che si impegnerà nella ricerca del denaro, ma non è reale. Del resto anche il bambino è una figura che si muove sul filo della irrealtà, simbolo di un dolore misto a speranza, emblema di un impulso disperato di sopravvivenza: è un bambino con una pistola che diviene lo strumento per uscire dalla ‘gabbia’ e partire attraverso i campi, accompagnando un altro umano sopravvissuto all’orrore che sta inseguendo una propria deriva di vendetta. Dopo tanto claustrofobico indugio la visione si libera nella natura, ma di nuovo è testimone di null’altro che profondo dolore.

E così la celebrazione dello sguardo, che nel finale di A Snake of June – Un serpente di giugno era sinonimo di liberazione dalle inibizioni e acquisizione di una nuova consapevolezza, Tsukamoto infine ce la nega, subito dopo che uno sparo ha definitivamente messo fine a ogni ipotesi di ricostruzione. Gli occhi del bambino si perdono in una folla che si accalca, ma forse è proprio questo l’unico segno di speranza: la persistenza umana, dopo tutto.


 

Hokage - Ombra di fuoco
Giappone, 2023, 95'
Titolo originale:
Hokage
Regia:
Shin'ya Tsukamoto
Sceneggiatura:
Shin'ya Tsukamoto
Fotografia:
Shin'ya Tsukamoto
Montaggio:
Shin'ya Tsukamoto
Musica:
Chu Ishikawa
Cast:
Shuri, Mirai Moriyama, Ouga Tsukao, Hiroki Kono, Gô Rijû, Tatsushi Ômori
Produzione:
Kaijyu Theater
Distribuzione:
Cat People

Un piccolo orfano si aggira nel dopoguerra nipponico in cerca di contatto umano e protezione, imbattendosi in tre figure emblematiche: una giovane vedova costretta a prostituirsi per sopravvivere; un soldato reduce dal conflitto mondiale e in preda ad una sindrome post traumatica che gli toglie il sonno e la voglia di vivere; e un venditore al mercato nero segnato dagli atti di disumanità che ha visto svolgersi intorno a lui al fronte, e ora intento a coltivare un oscuro desiderio di vendetta.

poster